Oracle, un Centro di competenza con la Regione Abruzzo

La società mette a disposizione una sponsorship sul Centro, la disponibilità di borse di studio, supporto qualificato di persone specializzate che possano far crescere le competenze sui propri prodotti e su varie tematiche tecnologiche

L’ultimo accordo concluso da Oracle con la Regione Abruzzo, relativo alla realizzazione di un Centro di competenza tecnologica, fa parte di un programma di collaborazione con gli enti locali avviato due anni fa con la Regione Puglia e con Tecnopolis e concretizzatosi un anno dopo. «Il nostro obiettivo con queste iniziative – spiega a Linaedp l’amministratore delegato, Sergio Rossi – è di individuare con la Pa delle tematiche sulle quali far convergere l’interesse di Oracle con realtà locali come Tecnopolis per la Regione Puglia o Abruzzo Engineering per l’Abruzzo, e con le università locali per far sì che anche i giovani, con la formula della borsa di studio, possano già entrare nel mondo del lavoro. La realizzazione dell’ultimo Centro di competenza in Abruzzo nasce dall’esperienza e dall’affinamento delle tematiche che già abbiamo affrontato con quello di Bari e si propone di affrontare nuove modalità di comunicazione e collaborazione tramite portale e tecnologie Web 2.0, che vanno calate in un progetto di più ampio respiro teso a raggiungere una partecipazione collaborativa da parte della popolazione. Ad esempio il progetto Bari 2015 ha come obiettivo quello di avviare una pianificazione industriale urbanistica con i 31 comuni della provincia di Bari, un bacino di utenza di un milione di utenti, prendendo spunto non solo dalla capacità della tecnologia ma anche da tutto l’insieme della comunicazione per coinvolgere l’utenza. Per cui le tecnologie collaborative 2.0 consentono il passaggio da quello che era un portale informativo a una funzione più partecipativa».

La Regione Abruzzo, peraltro, a suo tempo si è posta il problema di avere una rete tecnologica per collegare i vari enti, condizione necessaria per fare il passo successivo per offrire dei servizi. Per cui Oracle arriva nel momento in cui la base è già solida «e la nostra collaborazione è quella di andare a individuare quali servizi erogare, quali metodologie usare e, allo stesso tempo, far crescere le competenze, agganciando le università e le realtà locali come software house o sviluppatori che possono accedere al centro di competenze, che fa già parte del network di Abruzzo Engineering. Da parte nostra mettiamo a disposizione una sponsorship sul Centro, la disponibilità di borse di studio, supporto qualificato di nostre persone che possano far crescere le competenze su nostri prodotti e su tematiche tecnologiche più in generale. Queste iniziative, peraltro, rientrano in un programma che ha il compito di sponsorizzare l’innovazione in senso lato». In Italia, l’obiettivo della società è dunque quello di trovare accordi con i centri di ricerca, come la Sapienza di Roma, e in particolare la divisione che studia le tecnologie Rfid e wireless, l’università di Messina e partner locali per l’utilizzo di tecnologie avanzate sempre legate all’Rfid e il consorzio Cometa di Catania sull’utilizzo del grid computing. Questo approccio fa parte di un programma europeo che spinge Oracle a sponsorizzare le varie forme di innovazione, che non viene solo dai propri laboratori, dove peraltro operano circa 17.000 persone, ma anche dalle esperienze dei clienti piuttosto che dei partner. «Per noi essere innovativi, – afferma Rossi – vuol dire anche riuscire a utilizzare un prodotto in una maniera diversa per cui era stato progettato. Quindi è importante creare un network di iniziative che vanno anche premiate e portate presso i laboratori. Oracle Italia, peraltro, è una delle più attive, in quanto coinvolge anche la rete dei propri partner. Il numero dei progetti da noi proposti è in assoluto il più alto a livello delle country europee, in quanto abbiamo contribuito al 50% del numero totale».

Il passo successivo di Oracle, più strutturato, è stato quello di trovare delle collaborazioni con gli enti locali che percepissero l’importanza di collaborare e che alla fine ne sfruttassero le potenzialità con lo scopo di avere prodotti/servizi da erogare ai cittadini con un approccio innovativo. «Per noi è una modalità che ha una duplice valenza, sicuramente essere più vicini a dove nascono le esigenze, capitalizzare le esperienze fatte e diffondere la nostra tecnologia a 360 gradi: per esempio a Bari ci sono dei gruppi che stanno lavorando anche su tematiche di integrazione con l’open source. Nell’ambito degli “innovation network” che stiamo costruendo, cerchiamo sempre un confronto non solo con le Pmi dell’industria ma anche con le realtà del settore pubblico, perché anche da qui vengono delle idee innovative. Per esempio la Cotral, azienda di trasporti nella regione Lazio, ha messo a punto un sistema molto innovativo per il monitoring degli autobus, che è stato presentato al di fuori dell’Italia e oggi ci sono molte realtà che stanno cercando di copiare il suo metodo, a conferma che l’Italia sa fare innovazione».

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