Oracle – L’innovazione è lungo tutta la catena del valore

Mentalità aperta e dinamica, capacità di rileggere continuamente la realtà, grande concretezza e legami con il business, competenza tecnica e di mercato; sono queste le caratteristiche che deve avere un persona o, se vogliamo, un …

Mentalità
aperta e dinamica, capacità di rileggere continuamente la realtà,
grande concretezza e legami con il business, competenza tecnica e di mercato;
sono queste le caratteristiche che deve avere un persona o, se vogliamo, un’azienda
per definirsi innovativa nel senso attuale.

Nell’economia degli anni 2000 dominata dalla globalizzazione e dalla
delocalizzazione della catena del valore, l’innovazione non è più
solo ed esclusivamente di prodotto ossia non emerge più solo dal “pensatoio”
del genio singolo che con la sua brillantezza intellettuale è in grado
di proporre delle innovazioni tali da rappresentare un sostanzioso e duraturo
vantaggio competitivo. Certo, questa c’è e ci sarà sempre,
ma per continuare a rappresentare un vantaggio competitivo in termini temporali
deve essere affiancata da un altri modelli di innovazione.

Oggi la “sede” della vera innovazione non è più
il laboratorio inteso anche in senso fisico, bensì la messa a fattor
comune e la valorizzazione delle esperienze che emergono dalle interazioni che
un’azienda ha con i clienti e i partner della catena del valore, quella
che in Oracle chiamiamo “Field Driven Innovation”.

Innovazione ad esempio è identificare bisogni non soddisfatti o non
ancora percepiti e provvedervi con un prodotto già esistente ma utilizzato
per scopi diversi. Si tratta sostanzialmente di reperire nuovi mercati per prodotti
o servizi già esistenti. Ma innovazione è anche fornire i prodotti
e/o i servizi esistenti attraverso modalità migliori, ricorrendo all’innovazione
incrementale dei prodotti e dei processi; ad esempio diminuendo i costi o elevando
le prestazioni.

Spesso le aziende hanno l’innovazione sotto gli occhi ma non riescono
a vederla, spesso l’innovazione in grado di dare una spinta competitiva
la si ricerca fuori dall’azienda o ci si aspetta di trovarla nel genio
di una persona e invece è a portata di mano. La realtà dei fatti
è che l’innovazione deve emergere da un processo che deve toccare
l’azienda a 360 gradi e, possibilmente, andare oltre coinvolgendo tutto
l’ecosistema nel quale l’azienda si muove.

Non si può andare a scuola di innovazione, nel senso che probabilmente
ogni azienda sia per tipologia di mercato in cui compete, sia per proprio Dna
interno, sia per la posizione che ricopre all’interno della propria catena
del valore, deve trovare la propria strada. Certo è, che il tutto deve
nascere dalla strutturazione di un processo e dalla volontà del management
di metterlo in atto.

In azienda c’è bisogno di un Chief Innovation Officer? In Oracle riteniamo
di no, riteniamo che ogni azienda in base alle proprie caratteristiche, al proprio
mercato di riferimento, alle dimensioni e alla posizione che ricopre all’interno
della catena del valore debba trovare la propria strada verso l’innovazione.

Per alcune aziende il ruolo del Chief Innovation Officer potrebbe coincidere
esattamente con una funzione aziendale, per altre invece c’e’ bisogno
di un gruppo di lavoro, per altre ancora potrebbe essere necessario far uscire
questo board dai confini dell’azienda e promuovere degli Innovation Board
lungo la catena del valore, per alcune realtà dove il Distretto Industrale
rappresenta la sintesi dell’ecosistema la soluzione potrebbe essere quella
dell’Innovation Board Distrettuale. Insomma,
non esiste la ricetta assoluta per l’innovazione, i punti fermi devono
essere però due: la creazione di processi ben codificati e il sostegno
del Top Management.

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