La società slitta i termini di rilascio del framework di sviluppo per J2Ee, prospettando una migliore integrazione applicativa.
13 novembre 2003
L’Application Development Framework di Oracle subirà qualche ritardo e non sarà rilasciato prima del prossimo anno.
L’Adf è un cosiddetto “layer di produttività” indirizzato agli sviluppatori J2Ee che dovrebbe aiutare a semplificare la costruzione di applicazioni intese come set di servizi di business da utilizzare tramite interfacce Web, wireless o client dedicati.
La preview di Adf è stata mostrata nell’estate scorsa, con la speranza che la versione definitiva fosse disponibile entro la fine dell’anno.
Il ritardo, lecito pensare, potrebbe essere dovuto a problematiche di fine tuning. Comunque sia, il prodotto è stato concepito per essere utilizzato concretamente assieme a Oracle Jdeveloper 10g, la cui disponibilità, già dall’annuncio, è fissata per il prossimo anno.
E quando saranno entrambi pronti, i due prodotti permetteranno agli sviluppatori di adottare un approccio Soa (Service oriented architecture) che consente la composizione di applicazioni partendo da un set di servizi Web.
Il tutto, quindi, si tradurrà in un’ancora più spinta semplificazione della costruzione delle applicazioni business, il che fa rima con sviluppo in real time con i progetti operativi.
Con Soa, infatti, tutte le risorse di sviluppo sono disponibili sulla rete, beneficiando di una standardizzazione totale.
In questo contesto, all’Adf è assegnato il ruolo di acceleratore di sviluppo con modelli J2Ee e componenti di tipo metadato. Ovvero, al framework spetta il ruolo di evitare il più possibile agli sviluppatori una serie di lavori manuali come il coding, il test e il debug.
Oracle Adf supporterà 9i Application Server e tutti gli strumenti dei concorrenti della società in ambito J2Ee, ovvero Bea (WebLogic), Ibm (WebSphere) e Jboss.
Un ritardo, quindi, giustificato.
