Operazione vintage

Il ministro Brunetta a Ferrara parla di pc nelle scuole e di un piano di investimenti insostenibile per molti. Ma non per tutti.

Intervenendo a Ferrara nel corso del convegno inaugurale di Ict Trade 2009, Renato Brunetta ha sfoderato qualcuno dei suoi cavalli di battaglia. Efficienza, sanità elettronica, scuola elettronica, giustizia elettronica.

Consapevole di aver davanti a sè una platea di imprenditori e di operatori che il mercato e la crisi li vivono quotidianamente sulla propria pelle, ha dovuto però offrire anche qualche parola di concretezza. Non proprio una soluzione chiavi in mano per i tempi di crisi, ma per lo meno qualche spunto di riflessione.

Promuovere la spesa pubblica, perchè faccia da volano alla spesa dei privati, è la sua ricetta. Che subito ha tradotto in esempio concreto: i 600.000 minipc per la scuola, regalati o proposti con sovvenzione ad altrettanti alunni delle primarie, per i quali ipotizza un investimento da 50 milioni di euro. L’obiettivo è stimolare i restanti 2 milioni e passa di alunni e le loro famiglie ad acquistarne tre volte tanti.

L’ipotesi è interessante, ma manca di qualche presupposto. Uno, ad esempio, è la disponibilità dei produttori a intervenire nella prima fase del progetto Brunetta-Gelmini. E qualcuno, già nella tavola rotonda che ha chiuso i lavori, lo ha sottolineato. Il responsabile di canale di Dell Italia, Adolfo Dell’Erba, ad esempio, ha fatto un rapido calcolo: “Cinquanta milioni di euro per un milione di netbook significano 50 euro a macchina. Impossibile aderire a una proposta del genere“.
Anche abbassando il tetto a seicentomila unità, il conto supera a mala pena gli 80 euro per ciascun mini pc. Più che impossibile, insostenibile e poco giustificabile per quei player che già si sono conquistati una significativa fetta del mercato e hanno in questo momento bisogno di fatturare più che guadagnare in share.

Tra gli stand della fiera di Ferrara, più di un interlocutore ha commentato scuotendo la testa. Nessuno riesce a immaginare una Acer o una Asus o una Samsung, vale a dire gli attuali protagonisti del mercato netbook in Italia, scendere a patti per 50 euro a macchina. E qualcuno avanza l’ipotesi che in fondo la proposta ministeriale un interlocutore di riferimento ce l’avrebbe. E sarebbe italiano. E sarebbe interessato sia al fatturato sia alle quote di mercato. E avrebbe lanciato lo scorso anno un netbook disegnato apposta per la fascia d’età della prima scolarità. Tornano in mente vecchie storie, di gare d’appalto sviluppate ad hoc per un produttore o per un altro, anche se ufficialmente aperte a tutti.
Il vintage va di moda, si sa.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome