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Opensource come regola per fare innovazione

Abbiamo chiesto a Jim Whitehurst, in qualità di presidente e Ceo di Red Hat, ma anche di autore del libro “The Open Organization” (Harvard Business Review Press, in Italia come “L’organizzazione aperta“, uscito per i tipi di Garzanti) una descrizione del rapporto fra opensource e innovazione e una motivazione a farne uso. Ce ne ha date più di una, declinate per settori.

Come ha esordito Whitehurst, in Red Hat si lavora a stretto contatto con la community, contribuendo costantemente all’innovazione che rappresenta il motore di molte delle principali iniziative di software open source in tutto il mondo. Si testa e verifica in modo esteso le migliori idee e software per assicurarci che siano pronti (sicuri e stabili) per l’utilizzo commerciale, li supportiamo e collaboriamo con un vasto ecosistema di partner in tutto il mondo per certificarli.

Opensource nelle nostre abitudini

L’opensource è estremamente diffuso e si manifesta in molte forme. È molto probabile che lo si utilizzi centinaia di volte al giorno inconsapevolmente. Ogni volta che utilizziamo web, e-mail, chat online con gli amici, musica in streaming, videogiochi o anche semplicemente il nostro telefono cellulare, è probabile che stiamo usufruendo di una qualche forma di software opensource. In ambito aziendale viene impiegato in tutti i settori dal cloud computing e sviluppo di applicazioni ai big data, fino allo storage e altro ancora.

L’opensource può essere associato a Linux, che viene costantemente aggiornato e migliorato dalle competenze e dall’esperienza di migliaia di persone e non solo da un team di ingegneri. Ecco perché nell’opensource il ritmo dell’innovazione viene scandito molto più velocemente che in aziende di software proprietario, oltre ad essere la ragione principale per cui lo sviluppo opensource sta diventando l’elemento di default su cui si basano molte organizzazioni e tecnologie.

L’opensource è nato praticamente con il web e gran parte di Internet si basa proprio su tecnologie aperte. Linux è stato creato nel 1991 dal finlandese Linus Torvalds, che lo inventò dopo aver sperimentato la frustrazione di dover pagare per software costosi. Ma i valori e i principi dell’opensource trovano applicazione ovunque nel mondo, al di là del semplice software.

Opensource come problem solver

In Red Hat – dice Whitehurst – ci piace pensare che non sia solo un modo per sviluppare il software, ma piuttosto una filosofia, un approccio. In grado di coinvolgere tutti gli aspetti della vita: “la metodologia opensource” esprime la volontà di condividere e collaborare in maniera trasparente (in modo che anche altre persone possano valutare e unirsi alla community), accogliendo il fallimento come un’opportunità per migliorare e incentivando altri a fare altrettanto. Significa anche impegnarsi a svolgere un ruolo attivo nel migliorare il mondo, concepibile solo quando tutti possono accedere facilmente alle informazioni e contribuire.

A Torvalds va il riconoscimento della creazione di Linux, ma la cosa veramente unica e stimolante è che appena lo ha reso disponibile al pubblico, chiunque volesse contribuire ha potuto farlo, apportando linfa vitale al progetto. L’opensource è un movimento veramente globale basato su partecipazione, idee individuali e contributi da parte di moltissime persone.

Svariati dei più grandi problemi del mondo sono stati risolti grazie all’open source e il “tasso di creatività” all’interno della comunità è sorprendente. Non è possibile attribuire solo alle grandi aziende IT il suo successo: senza le comunità di sviluppatori che lo supportano con tanto entusiasmo, l’open source non esisterebbe.

Chi innova usa l’opensource

OpenAI, Tesla, Facebook e Google sono tutte hot company impegnate sul fronte dell’innovazione che utilizzano l’opensource. Le tecnologie opensource come Linux offrono alle aziende incredibili potenzialità per innovare più rapidamente, ma come per qualsiasi altro software, l’aspettativa è che funzioni senza intoppi, che ci offra protezione avanzata e non ci deluda. In un ambito commerciale come una banca ad esempio, deve essere anche adeguatamente gestito e protetto.

Se il sistema informatico di una banca elabora quotidianamente milioni e milioni di transazioni utilizzando Linux, è essenziale che si avvalga di uno specialista di opensource che, grazie ai suoi prodotti basati su sottoscrizione, sia in grado di garantire stabilità e sicurezza.

In passato molte aziende non riuscivano a comprendere appieno l’opensource e si domandavano come un software sviluppato in un ambiente completamente aperto e libero potesse essere anche sicuro.

Non mi capita più ora di sentire questa obiezione“, dice Whitehurst. Attualmente negli Stati Uniti quasi tutte le banche, compagnie aeree, agenzie governative o retailer – in un modo o nell’altro – utilizzano l’opensource, e spesso per le operazioni più critiche. In effetti, molte di queste aziende ora si rendono conto che devono necessariamente avvalersi di soluzioni più agili al fine di sopravvivere a concorrenti più piccoli, veloci e smart in quest’era digitale.

Opensource by default

Sono molte le aziende note fallite a causa della loro incapacità di intercettare le esigenze del consumatore moderno. Poiché l’innovazione si concretizza più velocemente in ambito opensource e dato che le piattaforme aperte sono maggiormente in grado di aiutare le aziende a rendere i loro sistemi IT future-proof, a mano a mano che le organizzazioni di tutto il mondo migrano verso modelli e servizi di business digitali, l’opensource sta diventando ormai la regola.

Inoltre, persino dei giganti tech come Microsoft e Apple stanno iniziando a offrire software compatibili con Linux. Si può dire che l’opensource abbia definitivamente conquistato i cuori e le menti delle grandi imprese: «Red Hat è la prima azienda opensource che, con i suoi 2 miliardi di dollari di fatturato annuo, ne testimonia la grande popolarità».

È importante ricordare che l’opensource inizia e si conclude con la community: questa è la sua proverbiale ricetta. Osservare il lavoro della comunità di sviluppo, collaborare per risolvere sfide importanti e creare condizioni di parità in modo che le idee migliori possano trionfare, è una scelta vincente.

Per Whitehurst il fatto che chiunque possa contribuire a far progredire un’idea o un progetto disponibile per il mondo intero è un’idea veramente rivoluzionaria. Pensare che uno strumento creato dalla gente possa aiutare la tecnologia a progredire nella cura del paziente o nell’education è ancora più straordinario. Mettendo in comune le proprie conoscenze e rendendo i dati del paziente più facilmente accessibili, ospedali e medici sono in grado di collaborare più fattivamente per far migliorare le cure ai pazienti. E’ straordinario assistere a innovazioni così sofisticate in queste aree grazie a un software open source.

«Credo che l’opensource continuerà a ispirare innovazione e creatività come ha sempre fatto e che questa apertura in tutti gli aspetti della società, dell’arte e della cultura rappresenterà il modus operandi di un futuro non troppo lontano. Stiamo già assistendo ad alcuni esempi incredibili di apertura, collaborazione e partecipazione nella musica e nell’arte. E siamo solo all’inizio. Open sta diventando il default per creare innovazione a un ritmo sempre più incalzante».

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