OpenOffice, 5 milioni di copie in 6 mesi

Il progetto OpenOffice.org ha festeggiato in ottobre il suo secondo compleanno, annunciando 8,5 milioni di copie scaricate di cui 5 milioni solo dal lancio della release 1.0 (OOo1) in maggio; cresce l’interesse a partire dagli enti pubblici

Di fronte alle statistiche di OpenOffice.org e alle prospettive per gli
sviluppi futuri, anche i media più scettici hanno iniziato a drizzare le
orecchie. OpenOffice è gratuito ed è supportato in decine di lingue e su
numerose piattaforme, tra cui Windows, Linux, Solaris e MacOS X. La versione
1.0.1 è scaricabile da siti mirror sparsi in tutto il mondo (Italia compresa);
la Developer Release (build 643, scaricabile ma non ancora stabile) presenta
interessanti novità tra cui l’export in formato Pdf.


Mentre le aziende sono affette da comprensibile inerzia nell’adottare o
cambiare software e le grandi aziende hanno licenze multiple a scadenza futura
(un Office in più oggi non gli costa nulla), per end user, piccole aziende ed
enti pubblici il discorso è di interesse immediato. OpenOffice ha già messo
piede nei governi tedesco e maltese e viene preso in considerazione dai governi
di Italia, Inghilterra, Canada, Cina, Peru, Cile, Costa Rica e diversi altri.


OpenOffice utilizza l’Xml come formato interno e legge/salva i documenti nei
formati di Office 6.0/97/2000/XP. L’implementazione Xml è ben documentata (oltre
a essere open source) e offre garanzia di futura compatibilità. Inoltre
OpenOffice è stretto parente di StarOffice di Sun, un prodotto di basso costo
(giunto alla release 6.0) che è un’estensione di OpenOffice con moduli
aggiuntivi soggetti a licenza commerciale.


A quanto risulta, anche le aziende hanno iniziato a interessarsi a OpenOffice
e a StarOffice in alternativa a MS Office, sia per il basso costo sia come
deterrente e leva commerciale nei confronti di Microsoft. Nel frattempo
OpenOffice.org allarga il suo raggio d’azione sia attraverso uno specifico
progetto di marketing sia attraverso partnership (per es. con OEone per desktop
e groupware) e con le distribuzioni Linux; Redhat, SuSe, Mandrake, Ximian e Lindows hanno iniziato a includere OOo1.


La community OpenOffice ha già dato vita alle prime comunità nazionali in
Francia, Germania, Italia, Brasile, Olanda e Spagna, mentre altre sono in vista.
Un testimonial di spicco è il colosso americano delle telecomunicazioni Verizon,
che sta risparmiando parecchi milioni di dollari dopo essere passato dalla
piattaforma Microsoft a quella Linux, con OpenOffice al posto di MS Office.

OpenOffice e StarOffice non promettono di rimpiazzare il 100% delle
funzionalità di MS Office, ma se la cavano bene nell’uso quotidiano e con le
funzioni di utilizzo più frequente.

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