Opengate Group pronta a cedere J.Soft

Il distributore potrebbe passare nelle mani di Algol. I dettagli del piano industriale e finanziario di risanamento

5 maggio 2003 Opengate cede J.Soft. Quello che fino a qualche giorno
fa era un semplice mormorìo della Borsa è stato confermato dal consiglio di
amministrazione di Opengate Group che sta valutando le offerte per l’acquisto
del 100% del distributore di software. In prima fila ci sarebbe Algol. La
vendita di J.Soft fa parte del piano industriale e finanziario messo a punto
dalla società di Malnate con il supporto di Rothschild che al primo punto
prevede proprio la rifocalizzazione delle attività sul core business
rappresentato dalla distribuzione It in Italia. Di questa rifocalizzazione non
fa parte però J.Soft, un distributore che nel primo semestre chiuso al 28
febbraio 2003 ha realizzato un fatturato 58 milioni di euro con un Ebitda di 1,5
milioni, un risultato ante imposte di un milione e una posizione finanziaria
netta di circa 6 milioni di euro, sacrificato sull’altare di conti che per la
relazione semestrale evidenziano una situazione “di cui all’articolo 2446
del codice civile”
(quello relativo alla diminuzione del capitale per
perdite).


L’attuazione di nuove iniziative nell’ambito It “volte ad accrescerne la
redditività tramite servizi a valore aggiunto ed eventuali partnership con
società del settore”
, riduzione dell’esposizione finanziaria del gruppo
anche con la dismissione di asset non ritenuti strategici nell’Asa Logistica e
Asa distribuzione prodotti informatici estero, diminuzione del drenaggio di
risorse finanziarie da parte delle società che possono richiedere investimenti
non sostenibili nel breve/medio periodo e razionalizzazione ulteriore delle
strutture della società al fine di ottenere benefici in termini di riduzione di
costi fissi sono gli altri punti del piano industriale che sotto il profilo
finanziario prevede due tipi di intervento presso le banche che hanno già
ricevuto una richiesta di adesione che “si sostanzia in azioni di breve
termine impostate con la finalità di permettere la continuità aziendale e la
realizzazione di un ordinato processo delle dismissioni pianificate e di medio
lungo termine tese a riequilibrare la struttura patrimoniale e finanziaria della
capogruppo”
.


Per quanto riguarda i risultati consolidati della semestrale il fatturato è
stato di 501.056 euro con un calo del 13% causato anche dalla progressiva
riduzione della operatività bancaria. L’Ebitda è positivo per 3.056 mila euro
(14.753 mila lo scorso anno), l’ebit gestionale è negativo per 2.954 mila euro
(era positivo per 10.872 mila euro nel medesimo periodo del 2002), il risultato
ante imposte è negativo per 30.774 mila euro (con oneri straordinari per 14.244
mila euro) e l’esposizione finanziaria netta consolidata passa da 258.601 mila
euro a 164.631 mila. “La riduzione – precisa una nota della società –
va peraltro attribuita al rientro sulle linee di credito revocate o rese non
operative da parte del sistema bancario nel corso dei mesi di gennaio e
febbraio”
.

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