Open source e un milione di cittadini per fare le leggi europee

Anche il Parlamento europeo è d’accordo: i cittadini potranno proporre leggi alla Commissione europea. La proposta deve partire da sette Stati membri, in cui deve essere raccolto un numero di firme proporzionale alla popolazione.

Il Trattato di Lisbona prevede il diritto dei cittadini di proporre nuove leggi alla Commissione europea.

Il Parlamento, pertanto, ha approvato in sede di plenaria a Strasburgo le regole di base per il funzionamento dell’iniziativa popolare. Lo ha fatto con 628 voti favorevoli, 15 contrari e 24 astensioni, aprendo le porte ad una democrazia partecipata.

Non appena la legislazione entrerà in vigore, un comitato di cittadini provenienti da almeno sette stati membri potrà registrare un’iniziativa e iniziare a raccogliere firme, su carta od online, dopo la verifica di ammissibilità che spetta alla Commissione.

Allo scopo i deputati hanno chiesto e ottenuto che la Commissione aiuti gli organizzatori della raccolta firme con una guida di facile uso, con la predisposizione di un punto di informazione e con un software opensource per la raccolta di firme online.

A ogni inziativa sono concessi 12 mesi per la raccolta del milione di firme necessarie. Ogni paese è tenuto a raggiungere un numero minimo, che varia a seconda della popolazione (per l’Italia è 54mila).

Gli Stati membri hanno l’onere di verificare la validità delle dichiarazioni a sostegno delle firme e potranno scegliere quale tipo d’informazione sia necessaria affinché le firme siano convalidate.
Nella maggioranza dei casi, il numero della carta d’identità è obbligatorio.
I firmatari dovranno essere cittadini europei e in età di voto.

La procedura termina con la decisione della Commissione europea, da adottare entro tre mesi dal completamento della verifica delle firme, se procedere o meno con una proposta legislativa. Tale decisione dovrà essere resa pubblica.

Dopo l’approvazione formale del Consiglio, che dovrebbe avvenire entro poche settimane, gli Stati membri avranno un anno per integrare la nuova normativa nella legislazione nazionale.
Il nuovo strumento dovrebbe quindi entrare definitivamente in vigore all’inizio del 2012.

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