Omnitel resta positiva, Vodafone un po’ meno

I dati riportati per il periodo 1 aprile-31 settembre 2001 confermano l’andamento positivo dell’unità nata dopo l’acquisizione della società italiana, che ha registrato miglioramenti in tutti i principali indicatori economico finanziari. Il Gruppo Vodafone, invece, è ancora in perdita

Al 30 settembre 2001 i risultati riportati da
Omnitel Vodafone negli ultimi sei mesi dell’anno fiscale in
corso sono più che positivi. I ricavi totali ammontano a 2.837 milioni di euro,
il 17% in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa. L’aumento del margine
operativo, unitamente a quello dei ricavi, hanno permesso inoltre di registrare
un Ebitda pari a 1.399 milioni di euro. Nel semestre considerato l’azienda ha
inoltre portato la propria base clienti sul mercato italiano a oltre 16 milioni,
con una crescita del 22% rispetto al semestre precedente.
Ma mentre questi
sono i risultati registrati dalla società nata in seguito all’acquisizione
dell’operatore italiano da parte del colosso inglese, il Gruppo
Vodafone
ha registrato risultati molto meno incoraggianti.
La
società ha infatti svelato un’imbarazzante perdita pari a 14 miliardi di dollari
registrata nei primi sei mesi di quest’anno, più del doppio rispetto alle
perdite riportate nello stesso periodo di un anno fa. Stando a quanto riportato
da Chris Gent, chief executive del Gruppo, tutto sarebbe però nella norma, se
non addirittura meglio di quanto precedentemente previsto. In termini di ricavi,
per esempio, Vodafone ha infatti riportato 12,8 miliardi di dollari, il 27% in
più rispetto allo stesso periodo di un anno fa, mentre i profitti operativi
prima dei costi straordinari sono stati di 9,7 miliardi di dollari, il 40% in
più rispetto ai 3,9 miliardi riportati precedentemente. Gli utili prima degli
oneri finanziari, degli ammortamenti e delle tasse, per quanto riguarda il
business connesso al mobile, sono migliorati nell’ordine del 46% fino a
raggiungere quota 6,9 miliardi, mentre i margini dell’Ebitda sono cresciuti del
3% fino a raggiungere quota 35%. I guadagni per azione sono saliti del 63%
raggiungendo quota 3,62 dollari. Risultati questi nella maggior parte dei casi
imputabili a un aumento del numero dei contratti di tipo corporate, che non
all’ampliamento della base clienti.

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