Olivetti a marce forzate nell’Opa verso Telecom Italia

“Dopo il weekend che ha “”svelato”” ufficialmente il tentativo di Roberto Colaninno e soci di scalare il vertice dell’ex monopolista pubblico della telefonia, i contendenti procedono nelle rispettive mosse per affrontare al meglio la partita.”

Dopo aver ufficializzato, nel corso del weekend, il tentativo di scalata a
Telecom Italia, Olivetti sta procedendo a marce forzate per dar corpo,
soprattutto "monetario" al proprio intento. Domani sarà deciso l’ennesimo
aumento di capitale nella storia della casa di Ivrea e gli alleati si
stanno preparando all’evento. é di oggi il sostegno di Bell, che si sta
attrezzando per fornire la propria quota (750 miliardi di lire), in vista
del citato aumento di capitale, nella certezza, secondo quanto espresso da
Emilio Gnutti (azionista Bell), di avere "capitali a sufficienza"
.
Altrettanto essenziale sarà il contributo di Mannesmann, che si è detta
disposta a versare una cifra di 14.750 miliardi di lire per rilevare il
controllo di Infostrada e Omnitel. La somma rappresenta però solo una part
e
dei 102mila miliardi di lire che costituiscono il cuore dell’Opa ostile
verso Telecom Italia. Il grosso dei soldi dovrà per forza essere fornito
dagli istituti di credito, sotto forma di prestiti (da 40 a 70mila
miliardi), mentre una parte deriverà dalle obbligazioni Tecnost emesse per
gli azionisti Telecom Italia. Ricordiamo che materialmente è la piccola
controllata di Olivetti ad aver lanciato l’Opa sul colosso nazionale delle
telecomunicazioni.
Quest’ultimo, per bocca del proprio amministratore ddelegato Franco
Bernabé, sembra per ora ancorato sulla volontà di combattere fino in fon
do
la battaglia, agendo soprattutto per via legale. Nell’ombra permane il
possibile "cavaliere bianco", ossia il partner internazionale con il quale
Telecom potrebbe accordarsi per debellare la scalata di Roberto Colaninno e
soci. Si è fatto insistentemente il nome di British Telecom, ma da Londra
sono finora giunti dei secchi "no comment".
Nei prossimi giorni, i vari organismi competenti inizieranno a esaminare le
pratiche relative all’operazione. In Consob il lavoro è già cominciato e
già qui intende farsi sentire il "disturbo" di Franco Bernabé, che ha
subito contestato la documentazione definendola "lacunosa". Il
ministero delle Comunicazioni ha fatto sapere che esaminerà, appena l’avr
à
ricevuta, la richiesta di Olivetti di poter procedere prima del previsto
alla cessione di Omnitel a Mannesmann. Lo ha detto il sottosegretario
Michele Lauria secondo il quale, "a parte le valutazioni di carattere
generale in merito all’operazione, il ministero, ove richiesto (e al
momento nessuna domanda è pervenuta) esaminera’ il problema relativo al
vincolo sulla cessione della maggioranza della societa’ controllante
Omnitel, prima della scadenza del quinquennio previsto dalla concessione
rilasciata nel dicembre ’94.
Che sia Franco Bernabé o Roberto Colaninno ad aggiudicarsi la partita per
Telecom, in ogni caso è certo che, anche in questo caso, vi sarà il
fatidico "terzo" che godrà. Si tratta di quel nutrito gruppo di banchieri,
avvocati, consulenti e analisti che, per assistere le due società nella
messa a punto delle strategie, percepiranno parcelle miliardarie.
Addirittura, secondo quanto stima l’agenzia statunitense Bloomberg, se il
maxi take-over di Olivetti su Telecom dovesse andare a buon fine, porterà
nelle tasche di questi ‘suggeritori’ compensi per circa 600 milioni di
dollari (oltre mille miliardi di lire). Nell’operazione sono coinvolte
dieci banche d’affari (Credit Suisse, Merrill Lynch, Donaldson Lufkin &
Jenrette, Imi, Lazard, Deutsche bank, Jp Morgan, Mediobanca, Lehman
Brothers e Chase Manhattan), che assistono Olivetti, Telecom e Mannesmann.
Intanto, a seguito dell’annunci di aumento di capitale fatto da Olivetti,
il titolo in Borsa ha perso il 6,65%, mentre quello di Telecom è salito in
giornata del 9,05%.

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