Offerta famiglia

Vmno: sembra un refuso, è la quadratura del cerchio.

Diceva Ettore Petrolini che «bisogna prendere il denaro dove si trova,
presso i poveri. È vero che hanno poco, ma sono in tanti
».

Possibilmente, aggiungiamo noi, spendendo il meno possibile nel farlo.


Attualizzato, è il principio che anima il business del Vmno, ossia
Virtual mobile network operator, il sistema migliore che hanno trovato i
fornitori di telefonia mobile per “capitalizzare” la rete in loro possesso e
farla passare da costo a guadagno, dopo la scomparsa della gabella dei costi di
ricarica.

Funziona così: i fornitori di telefonia mobile appaltano alle
società di grande distribuzione organizzata (come Carrefour, Coop) e ad altri
soggetti (come le Poste), caratterizzati da una presenza territoriale diffusa il
giro d’affari delle ricaricabili “povere”, cioè di quegli utenti che fanno solo
traffico base (voce+sms), di modo che si levano di torno i costi fissi per il
loro mantenimento e pensano solo a incassare.

E così facendo si possono
dedicare in tutta libertà a quegli utenti che col telefonino ci navigano, ci
filmano, ci lavorano, ci perdono tempo con funzionalità ricche di contenuti
multimediali, confezionando per loro servizi sempre diversi, da pagarsi
profumatamente.

Il telefonino nel discount, quindi, diventa come i
biscotti in confezione famiglia con latte spray, da vendersi a meno di un tanto
al chilo.

Un’altra mente lucida della nostra storia patria, come Ennio
Flaiano, all’inizio degli anni 70 ricordava ironicamente come all’appassire
della famiglia come istituzione fondante dello Stato faceva eco proprio
l’affermarsi delle “confezioni famiglia”, prodotti dove la quantità predominava
sulla qualità. Il quadro pare consonante: la famiglia, a torto o a ragione, ma
non è questo il luogo per dibatterne, è diventata vieppiù un’entità virtuale.

E sia. Almeno che ci si telefoni.

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