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Obiettivo “Cloud For All” per Intel

In contemporanea con il Cloud Day 2016 di San Francisco, Intel ha annunciato anche in Italia Intel Cloud For All, iniziativa parte integrante di quel Builders Program declinato in Fabric, Network, Storage e Cloud lanciato un anno e mezzo fa e al quale oggi partecipano oltre 340 partner complessivi, per un totale di oltre 1.700 sviluppatori coinvolti nelle diverse attività.Toigo_Intel
Obiettivo: portare il cloud alla portata di service provider e aziende di qualsiasi dimensione.
«Per riuscirvi – ha spiegato Andrea Toigo, Pre-Sales Director Intel Central, Southern & Eastern Europe, dalla sede italiana di Assago (MI) – abbiamo investito pesantemente per migliorare l’intera Software-defined infrastructure, ottimizzato la parte di componenti per cui Intel è famosa nel mondo, e lavorato per allineare l’ecosistema degli attori coinvolti al fine di garantire piena interoperabilità nella migrazione tra cloud pubblico e cloud privato».

Verso processori e unità Ssd ottimizzate per il cloud

Quale parte integrante dell’iniziativa, non poteva mancare la quarta generazione di processori Intel Xeon E5 basata su tecnologia di processo a 14 nm. Il riferimento, al momento, è ai sistemi 2600 v4 «in grado di apportare, con un elevato livello di sicurezza, miglioramenti sensibili in termini di utilizzo e adattabilità a un’infrastruttura che, definita dal software, richiede prestazioni e capacità di orchestrazione – ha sottolineato Toigo – per gestire in maniera automatica tutte le risorse allocate nei datacenter, non solo all’interno dei server per la parte di elaborazione».
A livello tecnologico, «con 22 core per processore e 55Mb di cache di ultimo livello rispetto alla generazione precedente, la nuova famiglia di prodotti offre prestazioni ottimizzate fino al 44%», mentre dal punto di vista della orchestrazione intelligente delle funzioni datacenter, Toigo ha annunciato l’introduzione di Intel Resource Director Technology, «grazie alla quale è possibile ottimizzare l’esecuzione a seconda del tipo di applicazione desiderata, senza rallentamenti non voluti, per livelli di utilizzo e di servizio migliorati».
Nello specifico, la nuova tecnologia Resource Director «è la prima che consente di andare ad allocare effettivamente la cash in maniera diversa da una macchina virtuale all’altra all’interno dello stesso sistema» ha conferma Toigo.
A completamento dell’offerta Xeon hanno, inoltre, fatto la loro comparsa quattro nuovi dischi allo stato solido prodotti da Intel per consentire l’accesso veloce e affidabile ai dati sul cloud.
«Nel caso delle già disponibili unità SSD Intel DC serie P3320 e P3520, quest’ultime in arrivo nel corso dell’anno – è l’ulteriore puntualizzazione –, si tratta dei primi dischi allo stato solido prodotti da Intel ad impiegare la tecnologia proprietaria NAND 3D, messa a punto per consentire densità di memoria più elevate per singola cella al fine di portare dischi di capacità consumer in ambito datacenter».
A loro volta, le unità SSD Intel DC serie D3700 e D3600 saranno i primi SSD Intel PCI Express dual-port a utilizzare il protocollo NVMe. «A caratterizzare ulteriormente la serie D3700 – ha sottolineato Toigo – ci pensa il design a due porte, che consente funzionalità essenziali come la ridondanza e il failover, al fine di ottenere maggiore velocità, minore latenza, migliore sicurezza e disponibilità del dato».

Al lavoro per un ecosistema di partner coeso

Ancora una volta, però, la principale barriera all’adozione del cloud si conferma il proliferare di soluzioni frammentate e non interoperabili tra loro. Da qui la necessità di mettere a punto standard comuni, key features e soluzioni in grado di ridurre la complessità, fattori che Intel ha affrontato investendo in OpenStack, quale via open source ormai intrapresa.
Il risultato annunciato da Toigo è l’apertura del primo innovation center inaugurato a San Antonio, in Texas, mentre la serie di partnership con service provider, società di telefonia e software vendor ha già permesso di lanciare sul mercato una ventina di soluzioni end-to-end certificate «di cui due terzi sono già state trasformate in installazioni commerciali».
Ma non solo.
Come parte integrante dell’iniziativa Intel Cloud for All e per consentire alle imprese di integrare applicazioni scritte per il cloud con applicazioni aziendali tradizionali, Intel sta collaborando con Google, CoreOS e Mirantis per fornire un’unica piattaforma open source per la gestione sia di container, sia di applicazioni basate su macchine virtuali.
L’obiettivo di ottimizzare alcuni componenti di OpenStack coinvolgendo un numero maggiore di operatori passa anche da CLOUDE NATIVE Computing Foundation, «iniziativa nata appositamente per migliorare le applicazioni native per il cloud» e con la quale Intel ha annunciato un cluster di test comprensivo di oltre mille nodi server basati su processori Intel Xeon.
Infine, dalla collaborazione con VMware per aumentare la sicurezza del cloud è stato creato un Cloud Solutions Center of Excellence per favorire lo sviluppo di ottimizzazioni personalizzate, faciliterare il test delle prove di concetto e integrere le best practice della sicurezza informatica in collaborazione con il National Institute of Standards and Technology.

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