Nuovi prodotti e una Ipo nel futuro prossimo di VMware

L’azienda specializzata nell’area del virtual machine partitioning si appresta a lanciare due nuove soluzioni, mentre fervono i preparativi per l’offerta al pubblico delle azioni societarie.

10 luglio 2003 Dopo un quadriennio trascorso all’insegna di una crescita del 100 % anno-su-anno, per il vendor di software VMware sembra più che lecito pensare a un’Initial Public Offering. Profittevole e in attivo, l’azienda di Palo Alto ha potuto usufruire degli investimenti per 26 milioni di dollari profusi da Dell Computer, Veritas Software, Jp Morgan e Goldman Sachs, evitando le pressioni dei venture capitalist e ritrovandosi con una liquidità di circa 40 milioni di dollari. Così, a dispetto dei tempi bui per l’economia, a Palo Alto si nutre piena fiducia nel fatto che il mercato sia pronto per ulteriori offerte tecnologiche al pubblico. Tuttavia, i programmi dell’azienda continuano ad essere improntati all’insegna di una grande cautela e i responsabili si trincerano dietro un diplomatico “no comment” nel momento in cui si cerca di saperne di più sull’eventuale data per l’ufficializzazione dell’Ipo. Nel frattempo, le attività quotidiane continuano a procedere e tutto è pronto per il lancio di due nuovi prodotti che mirano a consolidare la posizione di VMware fra i vendor di soluzioni per il virtual machine partitioning. Arrivano, quindi, la versione 2.0 di Esx Server, prodotto di bandiera dell’azienda, e Virtual Smp. Quest’ultimo, lanciato in beta testing nello scorso marzo, è progettato per semplificare il lavoro degli utenti nella creazione di una macchina virtuale in grado di far girare applicazioni multi-processor come database, suite Erp, applicazioni groupware ed email, software Olap e per il supporto decisionale. Virtual Smp inizialmente abiliterà le virtual Machine a operare attraverso due processori Intel, mentre è ancora in fase di sviluppo la capacità di far girare quattro chip. Secondo i responsabili di VMware, i test effettuati dimostrano che Virtual Smp è in grado di offrire le stesse performance di scalabilità del sistema operativo nativ, e che il limite nella modularità è da ricollegarsi alle prestazioni dei sistemi operativi virtualizzati (Linux e Windows). Nella scorsa settimana, l’azienda aveva lanciato il software di gestione delle partizioni attive Control Center, che abilita le applicazioni live operanti su virtual machine Esx Server ad essere elaborate attraverso un network per consentire l’ottimizzazione delle risorse a disposizione. Oltre alla tecnologia VMotion, che consente alle virtual machine di essere spostate da un server fisico a un altro, Control Center include una console per la gestione centralizzata attraverso cui gli utenti possono amministrare virtual machine, gruppi e immagini di dischi, nonché tenere sotto controllo le prestazioni del sistema. Per integrare questa funzionalità con prodotti di systems management, e specificamente con la nuova generazione di soluzioni per la gestione dell’utility computing, VMware sta lavorando in collaborazione con altri vendor specializzati come Ibm (attraverso la divisione Tivoli), OpenView di Hewlett-Packard e Computer Associates, preparandosi inoltre a lanciare un kit di sviluppo software per migliorare il livello di integrazione. Ritornando all’argomento Ipo è da ricordare come, lo scorso anno, Microsoft avesse intrapreso un’operazione per rilevare VMware. Tale operazione non era giunta a conclusione in quanto i responsabili dell’azienda di Palo Alto non avevano accettato i termini finanziari avanzati dalla Casa di Redmond, che aveva così cambiato rotta acquistando un diretto rivale di VMware, l’azienda Connectix.

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