A fine maggio saranno consegnati in Italia i primi esemplari della nuova generazione di iSeries, destinati a soddisfare “old” e “new economy”: la classica media impresa italiana e i rampanti Application service provider.
Sono alle viste (questione di un mese) nuovi modelli di iSeries, che il mercato italiano pare proprio attendere con fervida partecipazione, se saranno confermate le anticipazioni sui risultati della South region di Ibm fatte dal responsabile della società, Francesco Strappa. “Le cose sono andate molto bene per quanto riguarda gli iSeries – ha infatti affermato Strappa – che nel primo trimestre del 2001 sono cresciuti, in unità e valore, con tassi di due cifre, facendoci ottenere un risultato che negli ultimi tre anni non era mai stato raggiunto”.
I nuovi modelli, che saranno distribuiti in Italia a fine maggio, proseguono nella linea evolutiva che Ibm, noncurante dei numerosi e ripetuti attacchi provenuti dai concorrenti, ha impostato da tempo e sta perseguendo con pervicacia. Un’evoluzione tesa a un aumento di potenza e funzionalità che fa il paio con una crescente semplicità di implementazione e gestione. I modelli protagonisti dell’annuncio di ieri (che, a dimostrazione di quanto pesi il mercato nazionale è stato addirittura anticipativo rispetto agli Stati Uniti) hanno a fattor comune la disponibilità della nuova versione del sistema operativo, l’Os/400 V5R1, la tecnologia di Cpu Sstar di tipo Copper/Soi a bassa emissione di calore, strumenti per la gestione dell’e-business, la partizione logica degli ambienti operativi e la compatibilità con più applicativi.
Nel dettaglio, l’iSeries 270 è un server applicativo di rete che, insieme ai rinnovati modelli As/400e e iSeries250 va a comporre una pattuglia di sistemi applicativi per il generico mercato delle Pmi che rappresenta il vero zoccolo duro del mercato Ibm. Sistemi che si vendono quasi da soli e sui quali i partner di Big Blue fanno registrare risultati di crescita a due cifre. Caratteristica innovativa e pregnante di questi nuovi modelli è il succitato logical partitioning, che consente di segmentare l’operatività di processori del server su più ambiti applicativi paralleli. Il massimo che questa tecnologia introdotta con gli ultimi iSeries lo si raggiunge con i nuovi modelli 820, 830 e 840, sistemi che arrivano a montare 24 Cpu segmentabili in 32 partizioni (con l’occorrenza di 128 Gb di memoria e 18,9 Tb di capacità disco interna). Sottostanti, ovviamente, alla logica del capacity on demand, questi sistemi sono anche inseribili in un rack, e quindi sono adatti a un’offerta Asp (laddove, cioè, l’aumento improvviso di necessità operativa e l’impilabilità dei sistemi in poco spazio sono i due vettori della matrice che descrive lo scenario della fornitura di applicazioni in affitto).
I nuovi sistemi, Linux ready, colloquiano in un’architettura di rete predisposta al clustering mediante collegamenti Hsl (High spess link), che consentono throughput di 1 Gb (byte, non bit), ovvero, con transazioni da memoria a memoria, e, in caso di necessità, eseguono lo switch di dischi fra due macchine.