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Nuova semantica per i linguaggi di programmazione, un progetto italiano

Lo European Research Council (ERC), organismo dell’Unione Europea che premia studiosi di talento impegnati in attività di ricerca di frontiera, ha assegnato un Consolidator Grant al professore associato al Dipartimento di Informatica – Scienza e Ingegneria dell’Università di Bologna, Ugo Dal Lago, per DIAPASoN, Differential Program Semantics, progetto che vuole rifondare la semantica dei linguaggi di programmazione.

Il sostegno è di circa un milione di euro e sarà erogato dall’ERC con un finanziamento che lo European Research Council assegna a ricercatori con un curriculum scientifico molto promettente e un’esperienza di ricerca compresa tra sette e dodici anni dal conseguimento del dottorato.

Dal Lago punta a ripensare i criteri con cui i programmi per computer sono considerati corretti, rispondendo alla sfida lanciata da strumenti di crittografia e intelligenza artificiale.

Ugo Dal Lago è professore associato di Informatica al Dipartimento di Informatica – Scienza e Ingegneria dell’Università di Bologna. Dopo il dottorato, conseguito all’Alma Mater, è stato post-doc a Verona e Parigi-Nord, quindi Marie Curie Fellow all’Università “Denis-Diderot” di Parigi. È vincitore del premio per la migliore tesi di dottorato italiana in informatica teorica (2006), del premio Kleene (2006) e del premio per il miglior giovane ricercatore italiano in informatica teorica (2015).

Alla base del progetto DIAPASoN c’è appunto l’idea di rifondare la semantica dei linguaggi di programmazione per computer, branca dell’informatica teorica che cerca di analizzare come il calcolatore interpreta i programmi e quale debba essere il loro significato.

Dall’equivalenza alla differenza

Storicamente il concetto centrale in questo senso è sempre stato l’equivalenza: solo programmi che si comportino precisamente nello stesso modo possono essere sostituiti tra loro.

Nell’informatica contemporanea, dove strumenti come la crittografia e intelligenza artificiale sono sempre più pervasivi, l’equivalenza è diventato però un modo inadeguato per confrontare i programmi.

Per risolvere questo problema, il progetto DIAPASoN punta a rivoluzionare l’approccio applicato finora, mettendo al centro della scena non più le equivalenze ma le differenze tra programmi.

Come spiega il professor Ugo Dal Lago in una nota, “Già oggi, quando utilizziamo un programma per il riconoscimento vocale sappiamo che non sempre il risultato sarà perfettamente corretto, ma probabilmente sarà sufficientemente accurato per le nostre esigenze. Con il progetto DIAPASoN vogliamo arrivare a capire in che senso e soprattutto in che misura, programmi di questo tipo possano comunque essere considerati affidabili, pur non producendo risultati accurati in tutti i casi. Con l’avanzare delle applicazioni di intelligenza artificiale, progettate per apprendere in modo continuo, questo tema sarà sempre più centrale”.

 

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