Nuova ComputerVar

Abbigliamento, calzature, vino, mobili e distribuzione sono le aree in cui la società toscana, fresca di nuovo logo, vuole affondare le proprie radici.

È con un nuovo logo che ComputerVar presenta una strategia rinnovata, particolarmente attenta ai segmenti d’industria, a quei mercati verticali che tanto connotano la nostra economia.

Con questa mossa, la società toscana, network ben radicato lungo lo stivale di aziende che sviluppano soluzioni e servizi, intende rafforzare la propria presenza tra le Pmi, in particolare quelle del comparto dell’abbigliamento, delle calzature, del mobile, del vitivinicolo e della distribuzione.

Il cambiamento avviene in un periodo che il management della società giudica particolarmente roseo: «Il 2006 è stato il migliore anno dalla nostra nascita – dice Giovanni Moriani, presidente della società -, che ci ha visto raggiungere un fatturato consolidato di 132 milioni di euro, con la componente software e servizi cresciuta a 61,2 milioni di euro rispetto ai 50,2 del 2005. Anche il 2007 è partito bene, seppure non con lo slancio dell’anno precedente».

Ma Moriani si dice ottimista, suffragato dalle prospettive indicate da Stefano Micelli, professore dell’Università Cà Foscari di Venezia che vede nelle Pmi, storico mercato di ComputerVar, una forte capacità di recupero della competitività e una propensione a investire in It (soprattutto da parte delle medie imprese), ad esempio in software di Crm o di Scm o di Sfa.

E sono proprio questi gli ambiti in cui le aziende che compongo il cosmo di ComputerVar vanno a dire la propria. Nel seguire le specificità del made in Italy, il settore dell’abbigliamento, ad esempio, incolpato negli ultimi tempi di essere low-tech, sta introducendo soluzioni di Crm in area vendita, di Scm, per la forte presenza di “fashionisti”, in area produzione e strumenti per il controllo di gestione e di Business intelligence per le analisi direzionali.

Le parole d’ordine, però, restano interfacciare e integrare i diversi prodotti, così come nel mercato calzaturiero, che sta attraversando una crisi di delocalizzazione e, proprio per uscirne e attivare produzioni a ciclo continuo, ha bisogno di strumenti che garantiscano il just in time, come il Pdm o il Cad/Cam integrati con Erp e processi produttivi.

Un settore che non ha subito crisi, ma una trasformazione profonda, è, invece, quello dell’arredamento, in cui vige l’esigenza di flessibilità per una produzione che è passata dall’impostazione a stock a una su commessa specifica. Le informazioni e la loro disponibilità lungo tutta la catena del valore diventano, quindi, basilari. Un mercato ancora più spinto, non solo nella competitività estera ma anche nella tecnologia, pare essere quello vitivinicolo, che può essere preso a modello di sviluppo.

Da qualche anno, grazie anche allo slancio dato dalle normative sulla tracciabilità, le aziende di questo comparto sono cresciute in ottica Crm, ma non solo: la mappatura dei vigneti si fa con sofisticati strumenti Gis. Per l’automazione dei processi in ottica It c’è ampio spazio anche nella distribuzione, troppo spesso legata alla localizzazione.

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