Nokia: anche Olilla se ne va. E gli Usa?

La società fra dichiarazioni di intenti, nuovi prodotti e obiettivi altisonanti. Un nuovo corso che parte dal management e arriva ai mercati.

È riuscita a tornare in modo deciso sotto i riflettori Nokia. E lo ha fatto sì con una serie di annunci di prodotto interessanti, a partire da quell’N8 che dovrebbe debuttare sul mercato alla fine di questo mese, ma anche e soprattutto con una serie di mosse strategiche, di dichiarazioni di intenti e di scelte manageriali che danno l’idea dell’alba di un nuovo corso.

Che poi è sostanzialmente quella che la società si era ripromessa di dare.

Le dichiarazioni di intenti, almeno per quanto riguarda i nuovi smartphone in arrivo, sono altisonanti : Nokia ne vuol vendere 50 milioni, così da rispondere alla crescente competizione di Apple, di Android e di tutti i player del mondo smart.
Parimenti, dichiara di voler connettere a Internet il prossimo miliardo di utenti, secondo la logica del Connecting People e soprattutto facendo leva su una serie di servizi innovativi nel segno di Ovi in arrivo a breve.
Tutto questo, Nokia lo vuol fare non solo sui mercati nei quali è tradizionalmente forte, ma anche là dove non ha finora conosciuto grande fortuna.
Gli Stati Uniti, ad esempio.

Ed ecco che qui scatta il primo punto dolente.
Nokia si dichiara insoddisfatta del suo posizionamento attuale sul mercato americano, dove ha una share nell’ordine del 3%, e dichiara di voler far qualcosa per migliorare la situazione.
Tuttavia nessuno dei modelli annunciati ieri verrà proposto agli operatori americani né ha piani a breve termine per introdurre versioni Cdma dei suoi dispositivi, cosa che esclude di fatto collaborazioni con Verizon o Sprintel.
Nokia prende tempo, dichiara di volersi concentrare su Lte e ipotizza partnership con AT&T o T-Mobile: nulla è però ancora definito, per lo meno a livello strategico.

Sulla base di queste considerazioni, gli analisti finiscono per guardare con favore ai cambi al vertice annunciati in questi giorni e l’arrivo di Stephen Elop, ex Microsoft e soprattutto primo non-finlandese al top dell’azienda, può rappresentare un elemento di novità.

In Nokia, comunque, sembra vogliano sottolineare che un’era è finita. E sta per finire anche l’era del presidente Jorma Olilla, che se ne andrà nel 2012. Al suo attivo 14 anni nel ruolo di Ceo e nel suo personale palmares un risultato su tutti: aver trasformato l’azienda nel più grande produttore di telefoni mobili al mondo.

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