Nicolais presenta il portale dell’open source

L’iniziativa vuole monitorare lo scenario del software non proprietario. La scelta di campo si fa un po’ più netta a dispetto delle lamentele di Aitech-Assinform

Con una singolare coincidenza dei temi a pochi giorni dall’appello di
Aitech-Assinform contro le scelte ideologiche piovute dall’alto in favore
dell’open source, il ministro per le Riforme e l’innovazione nella Pa, Luigi
Nicolais, e il presidente del Cnipa, Livio Zoffoli, hanno presentato il portale
dell’Osservatorio open source. Il portale nasce per monitorare lo scenario
applicativo, i sistemi adottati e le aziende che offrono servizi in questo
settore.



“Con il software open source – ha spiegato
il ministro –, oltre ai privati anche le Pa beneficeranno dei vantaggi di
tali programmi, caratterizzati non solo dalla possibilità di modificarli per
renderli più rispondenti alle esigenze, ma anche di condividerli più
agevolmente, aprendo il mercato dei servizi informatici connessi e riducendo
tempi e costi di acquisizione degli stessi programmi. Tra le azioni
previste dalle linee strategiche per l’e-Government sono comprese attività
finalizzate proprio a migliorare la qualità del software open source per
facilitare il suo utilizzo.
È necessario studiare e definire un modello
d’uso che ne garantisca la sostenibilità economica, nell’ambito di un mercato
aperto al quale partecipino Pa e imprese”
.




Nicolais ha inoltre ricordato che “i commi 892 e
895 dell’art. 1 della Legge Finanziaria 2007 prevedono l’erogazione di trenta
milioni di euro in tre anni a sostegno dei progetti per la Società
dell’Informazione e tra questi è data priorità a quelli che utilizzano o
sviluppano applicazioni a codice sorgente aperto per la Pa.

Per accedere a queste risorse i programmi devono risiedere su un ambiente di sviluppo cooperativo su web, che oggi viene presentato, affinché siano visibili e soprattutto riusabili”.
In tal modo, ha detto Zoffoli, si potranno
ottimizzare i costi dello sviluppo del software all’interno della Pa
, agevolando la condivisione e il riuso di quello appositamente sviluppato per risolvere esigenze tipiche della stessa burocrazia pubblica e favorendo, nel contempo, una maggiore interoperabilità e cooperazione tra le applicazioni grazie anche ad una più rilevante diffusione di formati e standard aperti. Non solo, ma si potranno anche produrre ricadute favorevoli per gli operatori di mercato per gli interventi tecnici necessari, come lo sviluppo software, l’aggregazione di prodotti open source e la fornitura di servizi”
.



L’iniziativa tiene conto non solo del fatto che
ormai l’Italia si pone al quarto posto al mondo per soggetti sviluppatori di
programmi open source, ma anche che tale tipologia di software trova sempre più
ampia utilizzazione nell’informatica pubblica. La stessa Commissione Ue
sta sollecitando gli Stati membri a riappropriarsi della capacità di creare
software
, anche per favorire, in seguito all’allargamento a 27 Paesi,
l’interoperabilità dei sistemi di tutte le Pa con programmi informatici
sviluppati in modo specifico e facilmente adattabile alle rispettive
esigenze.


Secondo i dati più recenti dell’Osservatorio open
source del Cnipa, infatti, è stato registrato un aumento delle Pa
(centrali) che utilizzano anche software open source
per i propri
sistemi (si è passati dal 54% del 2005 al 67% del 2006).

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