Nexus e Azure: il problema è nel microprocessore?

La migrazione a piattaforme cloud/virtua arriva all’ordine del giorno, i margini dell’hardware si riducono, gli smartphone minacciano il mercato Pc. Che tra 20 anni non sarà più USA.

“Quindici anni fa molti hanno usato l’outsourcing proprio per evitare di affrontare dei problemi nei processi, ed ora è venuto il momento di risolverli”. Ancora ricordo le parole di Chris Baker, Senior VP per la Core Technology di Oracle Emea, nell’incontro dello scorso luglio.
Qualche mese dopo, Steve Ballmer e Mark Hurd, numeri uno di Microsoft ed Hp, hanno annunciato un’offensiva delle loro aziende su virtualizzazione e cloud su virtualizzazione e cloud, mettendo sul piatto un quarto di miliardo di dollari in tre anni. In buona sostanza si tratta di una promessa che sottintende un patto: noi promettiamo di supportarvi su cloud e virtua, se voi accettate di aspettare che ci riorganizziamo.
I commenti internazionali sono stati freddini, puntando sulla vecchia data dell’alleanza e sull’elevato numero di verbi al condizionale necessari per descrivere l’annuncio. Pensando a Baker, non so quanto il passaggio al cloud possa “risolvere” problemi e quanto invece permetta di continuare a rimandare il Bpr. Pensando a Ballmer/Hurd, si rivolgono ai tantissimi indecisi: certo chi ha già scelto VmWare o Linux resterà indifferente, mentre sul cloud esistono sul mercato parecchie alternative con diverso approccio hosting, database e workload e a molti potrebbe bastare la soluzione Amazon.

Attacco dall’interno
L’approccio Oracle/Sun, fortemente data-centrico, a mio avviso vanta un punto strategico che l’alternativa Hp/Microsoft non ha: un microprocessore. Con i suoi 20 anni di storia commerciale, lo Sparc di Sun è robusto e se non deve essere esposto al mercato consumer può dare vita ad un’estesa gamma di dispositivi, compresi i server di tutti i tipi.
Mi sembra un punto essenziale. Il costo dell’hardware sta continuamente diminuendo e diversi commentatori dichiarano che è questo il principale problema per Microsoft e per il suo modello di business nell’ICT tradizionale. Alcuni si spingono più in là, ipotizzando che possa essere un problema per l’intera industria statunitense. “Entro 20 anni i marchi USA di Pc saranno spariti com’è già successo per le Tv”, ha detto nientemeno che Stan Shih, fondatore di Acer. Non sarà sfuggito a nessuno che la tendenza è già fortemente in corso. Alcuni analisti prevedono che nel 2011 Acer sarà n.1 al mondo, sorpassando proprio HP. Certo si parla di dispositivi consumer, ma per i microprocessori gli aspetti desktop e server sono fortemente legati.
L’ipotesi è quindi fatta: HP e Microsoft aumenterebbero le loro chance di successo entrando in qualche modo nello sviluppo di microprocessori, almeno sul lato server? Oltre vent’anni fa, mentre lo Sparc muoveva i suoi primi passi come progetto universitario, HP strinse con Intel un altro di quei patti che non fanno respirare: insieme avrebbero sviluppato quello che è diventato il chip Itanium, dal quale però HP via via si disimpegnò ed oggi è di proprietà unica di Intel. Per il 2010 è attesa la piattaforma Boxboro e il chip 9100 Tukwila, con supporto per il bus seriale Qpi e le memorie DDR3. Delle famiglie esistenti difficilmente IBM renderà disponibili i suoi Power (sui quali bisognerebbe affrontare una improponibile migrazione totale), ergo l’unica abbordabile sembra essere proprio Itanium e la sua Solution Alliance.

Attacco dal basso
Mentre i PC continuano a scendere di dimensioni e di prezzo, gli smartphone seguono il percorso opposto ed entro il 2012 si prevede che la loro diffusione sorpasserà quella di qualsiasi dispositivo digitale del passato e del presente. Se in ufficio il PC come concetto sembra insostituibile, certamente in casa ci saranno sempre più smart/super phone e derivati. Anche in questo segmentone di mercato in questo momento c’è lotta tra due colossi, Apple e Google, con i loro dispositivi, rispettivamente iPhone e Nexus. Anche qui una c’è e l’altra ha promesso. Prima osservazione: tra grossi smartphone e piccoli Pc, quale categoria pensate avrà la meglio? Seconda osservazione: quanto è rilevante che Apple stia sviluppando i suoi chip da circa un anno (ancora senza usarli) e di Google non risulta niente? Per quanto server e smartphone siano distanti, possiamo inferire qualche riflessione comune?

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome