NetWeaver, l’Eai di Sap è tutta nello sviluppo dei Web service

La casa tedesca ha fondato il futuro delle proprie soluzioni informative sui servizi Web, lasciando al centro il proprio Erp. Allo scopo, la nuova piattaforma di integrazione parte dal principio della trasparenza delle fonti dei dati, per cercare migliori prestazioni e tenere anche d’occhio il Tco.

 


Le recenti novità tecnologiche di Sap si chiamano NetWeaver, cioè una piattaforma integrativa delle proprie soluzioni, e Sap Developer Network, un’iniziativa proposta alla technical community come forza di traino per l’open collaboration. Questo forum (raggiungibile all’indirizzo www.sdn.sap.com) nelle intenzioni di Sap dovrebbe diventare la community centrale per oltre un milione di sviluppatori che dispongono delle developer key rilasciate dalla casa tedesca. Interamente basato su NetWeaver, l’Sdn fungerà da hub dei contenuti e delle attività di collaborazione per partner, consulenti, sviluppatori e amministratori, e allo stesso tempo, sfruttando tutte le caratteristiche offerte da NetWeaver, avrà anche funzione di vetrina per la piattaforma stessa.


La buona adesione all’iniziativa "comunitaria" che hanno manifestato i partecipanti al Teched statunitense, la manifestazione con cui Sap ha introdotto le proprie novità sul fronte sviluppo, conferma, almeno inizialmente, che la casa di Walldorf ha intrapreso il percorso corretto. Degli oltre 3mila partecipanti alla manifestazione di Las Vegas, infatti, 2.200 (dato Sap) hanno effettuato la registrazione all’Sdn già dopo il primo giorno, e la società spera che sulla scia di questo interessante inizio, per quando si svolgerà il Teched di Basilea, si possano già contare le prime decine di migliaia di utenti.


Una Sap profondamente rinnovata, quindi, che da un lato mostra ai clienti di aver mantenuto le promesse in termini di apertura fatte loro qualche anno fa e che dall’altro, per virtù o necessità, ha deciso di rimettere in gioco se stessa.


Per la casa tedesca, infatti, la release di NetWeaver non significa solamente il lancio sul mercato di un nuovo prodotto, bensì, come ci ha spiegato Shai Agassi, membro dal 2002 del Sap Ag’s Executive Board, e già Ceo di Sap Portal, "di una vera e propria scommessa. Quello che ci aspettiamo è un profondo cambiamento dell’Eai. In passato abbiamo visto i venti soffiare verso una strada di tipo prettamente applicativo, in seguito la direzione ha girato a favore di una nuova generazione di integration technology, che ha coinvolto e cambiato molti aspetti dell’Eai e del Knowledge management. Oggi, invece, intravediamo una sempre più decisa tendenza verso una sorta di default application platform, non più posta al di sotto delle applicazioni, ma seduta in cima a quest’ultime e che funga da basamento per gli applicativi di prossima generazione. Due anni fa, cominciando a lavorare su NetWeaver e a costruire tutte le nostre soluzioni su questa piattaforma, abbiamo scommesso sull’esattezza delle nostre previsioni, cambiando in maniera radicale il modo di proporre sul mercato i nostri prodotti e le nostre applicazioni. Il nuovo modello è quello di condividere la nostra blueprint con i clienti, permettendo loro, attraverso l’uso della nostra piattaforma e dei tool, di costruire le proprie soluzioni esattamente come noi facciamo con le nostre, con gli stessi pattern, le stesse metodologie e gli stessi servizi. Questo è ciò che i nostri clienti possono aspettarsi da Sap per i prossimi cinque-dieci anni".

Il ruolo chiave dei servizi Web


Con NetWeaver, quindi, Sap offre alle aziende una piattaforma integrativa interamente basata su Web service, in grado di integrare informazioni e applicazioni provenienti da qualsiasi fonte e in maniera trasparente. Attraverso appositi development kit rilasciati da Sap, è possibile scrivere applicazioni in WebSphere, .Net e J2Ee e farle girare su NetWeaver.


La caratteristica principale di questa soluzione, rimane comunque la progettazione interamente indirizzata a garantire le massime prestazioni sia dal punto di vista tecnologico, sia da quello del Tco. Dall’utilizzo di "gui machine", per eliminare a monte la scrittura manuale del codice e dei conseguenti rischi di bug, all’inserimento delle stesse direttamente all’interno del browser (così da renderle disponibili agli sviluppatori in ogni momento e su qualsiasi macchina) alla strutturazione di tutti i componenti in cross application completamente interoperabili, al rilascio sincronizzato di tutti gli elementi per permettere ai clienti di poter valutare da subito quali e quando adottarli, all’architettura service oriented. E, infine, la possibilità di utilizzare (è l’unico componente non ancora disponibile) modelli esecutivi con conseguente abbattimento del Tco di circa il 50% (dato Sap). Tutto, dunque, sembra essere indirizzato a una drastica riduzione dei costi di mantenimento.


Non c’è da stupirsi se l’introduzione di questa piattaforma, per di più annunciata quando l’eco dei rulli di tamburo delle ultime acquisizioni avvenute nel mondo Crm ed Erp era ancora pienamente distinguibile, non abbia avuto come compendio un’analisi della sua introduzione in mercati fortemente caraterizzati dalle Pmi, come quello nazionale. Ciò che, comunque, ci ha garantito Peter Graf, vice president Market Strategy per il Sap Collaborative Solutions group, non volendo fare anticipazioni prima di Basilea, è che "il tempo delle aziende che offrivano ai propri clienti piattaforme tecnologiche unite a un’infinità di consultant per costruire soluzioni su misura enormemente onerose da mantenere, è decisamente finito".


Oggi con il nuovo paradigma di Sap, che consiste nell’offrire tecnologia e packaged application, ovvero prodotti e non progetti, unito alle nuove politiche di prezzo basate sull’effettivo numero di utilizzatori del sistema, le soluzioni saranno sicuramente a portata delle Pmi italiane.

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