Net Neutrality, la Fcc approva a stento

Polemiche, politica, Wikileaks, affari e religione si mischiano nel primo atto concreto verso l’ipotizzata neutralità della Rete. La parola ai consumatori.

Il 21 dicembre la Fcc, l’ente statunitense preposto anche alle regole di Internet, ha approvato un aggiornamento delle regole di gestione delle reti nella direzione della net neutrality. L’intervento, il cui iter iniziò circa un anno fa, è rivolto a prevenire scelte non omogenee dei fornitori di servizio che potrebbero discriminare alcune fasce di utenza a vantaggio di altre a maggior ricavo.

Poiché il business del futuro è nel web mobile, le nuove norme segnalano una differente lettura tra questo tipo di accesso e quello classico.
La votazione ha riportato una vera e propria “split decision”: dei cinque commissari i due repubblicani hanno votato contro e i tre democratici hanno votato a favore, ricevendo l’approvazione del presidente Obama. Molti commentatori sottolineano che non è possibile che il voto e il testo non siano stati influenzati dal terremoto di Wikileaks.

Il voto della Commissione della Fcc non è ovviamente determinante, ma propone un tema che verrà affrontato dal Congresso e che solo allora, in gennaio avanzato, sarà reso pubblico. Inoltre, parlando di innovazione, neanche nel diritto dei tecnologici Stati Uniti si può essere sicuri che un’eventuale legge possa essere applicata senza continue cause individuali o class action.

L’argomento è di amplissima portata e condizionerà il rapporto con i consumatori in maniera decisa e decisiva per il futuro di Internet. Oltre agli enormi interessi in gioco da parte dei fornitori, l’argomento è seguito con enfasi tale da far temere una vera e propria guerra di religione con reciproche prese di posizione.

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