Nello storage la consulenza vale più della tecnologia

Secondo Hds, l’utente ha bisogno di partner in grado di offrire progetti che sappiano calarsi nella sua realtà, che ne risolvano le necessità di gestione agile dei dati e di contenimento dei costi

Il crescente impegno di Hitachi Data Systems nel proporsi al marcato con un approccio consulenziale, è confermato dalla figura del Business Consulting Principal ricoperta da Giuseppe Fortunato a livello europeo, il cui ruolo è appunto quello di fare da tramite tra la sua società e le diverse esigenze di storage che i clienti hanno. «La tecnologia di per sè non risolve i problemi di gestione e archiviazione dei dati dei clienti se non è gestita da un progetto che sappia calarsi nella realtà aziendale – ha osservato il manager – per cui la nostra offerta è un mix di soluzioni hardware, software e servizi professionali. I Cio, come è noto, hanno la necessità di allineare l’It al business, per cui il nostro valore aggiunto è quello di supportarli su questo fronte e sui progetti innovativi di nostra competenza, tenendo presente che devono anche prestare molta attenzione al contenimento dei costi».


L’approccio di Hds a queste esigenze, come sottolinea il manager, si riassume nel concetto di Application Optimized Storage che è al centro dei servizi applicativi offerti, visti però dal lato del business. Per cui l’impegno è quello di offrire una soluzione che tenga presente di quanto il cliente ha già installato in azienda, per salvaguardare gli investimenti pregressi, e contemporaneamente cercare di contenere i nuovi costi, puntando, per esempio, sul concetto di virtualizzazione. E questa sarà una tendenza sempre più sentita anche nel 2007, che impatterà sulla gestione dell’Ilm (Information lifecycle management), in quanto Hds non vuole proporre progetti che aumentino la complessità e che siano dirompenti nel quadro generale aziendale. Tra i trend dominanti nell’anno in corso, secondo Fortunato, ci sarà anche un aumento dell’attenzione dei Cio verso la Business continuity, in quanto nel frattempo sono cresciute le normative a cui le società dovranno adeguarsi. «Su questo fronte – ha proseguito il manager – le tecnologie di virtualizzazione consentono di fare un unico progetto di disaster recovery, anche in presenza di tecnologie diverse, in quanto siamo in grado di omogeneizzarle. Dal momento che prosegue l’impegno delle aziende verso il consolidamento delle infrastrutture a tutti i livelli, uno dei primi effetti sarà la riduzione dei data center, visto che le aziende per risparmiare tenderanno a centralizzare i servizi, nella ricerca spasmodica di efficienza e contenimento dei costi. Ma questo comporterà anche un aumento dei rischi, per cui le strategie di business continuity diventano vitali. Sarà, inoltre, necessario poter disporre di una archiviazione dei dati in modo dinamico, in base a classi di servizio che ne rendono la consultazione veloce e agile». Anche in questo caso, le tecnologie della virtualizzazione permettono di ottimizzare le crescenti attività di movimentazione dei dati, di ridurre i fermi legati a queste attività, di far migrare le informazioni da un contenitore all’altro, anche durante l’attività lavorativa, il tutto in modo trasparente per l’utente.


Un’altra tecnologia di cui si sentirà parlare nel 2007, secondoFortunato, è quella di de-duplicazione, che elimina la ridondanza dei dati che vengono salvati, per cui se l’utente fa un backup di informazioni già archiviate, il software le riconosce e non le duplica, consentendo notevoli risparmi di spazio. Infine, nell’ottica sempre di semplificare la gestione e l’archiviazione dei dati, un approccio che sta emergendo è quello di sfruttare l’infrastruttura Ip per trasportare il traffico storage.

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