Ad affermarlo è la società Riptech, che nel suo rapporto semestrale mostra come l’incremento abbia raggiunto il 28% rispetto alla seconda metà del 2001. Le aziende più colpite sono quelle pubbliche che operano nel settore dell’energia
10 luglio 2002 Internet? Una vera e propria testa di ponte in cui
gli attacchi si susseguono incessanti. Estremizzando, è questo il modo in cui
potrebbero essere interpretati i dati emersi dal recente Internet Security
Threat Report redatto dalla società Riptech e secondo il quale i cyberattacchi
sono aumentati del 28% nel primo semestre 2002 rispetto agli ultimi sei mesi del
2001. Queste informazioni sono state ottenute monitorando i firewall e sistemi
per l’intrusion detection di 400 aziende in oltre 30 paesi. Più in dettaglio, il
74% di tali aziende annovera meno di 1.000 dipendenti e il 14% più di 5.000.
Ne periodo dall’1 gennaio al 30 giugno 2002 si sono verificati in media 32
attacchi alla settimana, contro i 25 dell’ultimo semestre 2001. Il principale
obiettivo di questi attacchi sono state le imprese che operano nel settore
dell’energia, che hanno registrato il 70% di tentativi di intrusione (erano il
57% lo scorso anno). Inoltre, le società pubbliche hanno subito il doppio degli
attacchi rispetto alle aziende private, alle strutture no-profit e alle agenzie
governative.
Quello che va sottolineato però è che il range di attacchi è molto limitato,
ossia nel 99% dei casi il tentativo di intrusione avviene utilizzando i medesimi
servizi, tra cui http, Ftp e Telnet. Questo mostra come una corretta prevenzione
in termini di combinazione di hardware (firewall e sistemi di intrusione
detection) e software (monitoring real time) offra un livello di protezione tale
da bloccare pressoché ogni tipo di attacco.