Nei primi tre mesi del 2011, cresce dell’1,8% il tasso di natalità delle imprese

Il bilancio anagrafico di nascita-mortalità delle imprese, fotografato attraverso Movimprese, risulta di poco inferiore al pareggio (-0,16%). Crescono turismo e servizi, in rosso agricoltura, industria e commercio. Bene il Centro, fermo il Mezzogiorno.

Il tessuto imprenditoriale
italiano sta uscendo dalla crisi. Lo confermano i dati sulla sulla
natività-mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre dell’anno secondo la rilevazione  che InfoCamere, la società di
informatica delle Camere di Commercio italiane, effettua perdiodicamente per Unioncamere. Tra gennaio e marzo si è
infatti registrato un bilancio anagrafico di poco inferiore al pareggio
(-0,16%). Da un lato la progressiva ripresa delle iscrizioni (125.271 le nuove
imprese tra gennaio e marzo, 2.177
in più del 2010), dall’altro il prolungato rallentamento
delle cancellazioni (134.909 nei tre mesi, 4.366 in meno rispetto
all’anno scorso), hanno fatto fermare il bilancio del trimestre a -9.638 unità
(contro le oltre 16mila in meno del 2010). Complessivamente il totale delle
imprese presenti nei registri camerali alla fine di marzo risulta pari a
6.092.114 unità, di cui 1.458.196 artigiane.

Più difficoltoso il percorso di
rientro di queste ultime imprese. La sensibile riduzione delle imprese
individuali, la forma giuridica in cui si concentrano la maggior parte delle
aziende artigiane, spiega gran parte del loro saldo del trimestre, negativo per
11.492 unità e solo leggermente migliore di quello fatto registrare nel primo trimestre
del 2010 (quando le imprese artigiane in meno furono 13.824).

Il segmento più dinamico del
nostro tessuto imprenditoriale continua a essere quello delle società di
capitali, aumentate di 11mila unità (pari a un tasso di crescita dello 0,82%),
la cui vitalità riesce solo in parte a controbilanciare il saldo negativo delle
ditte individuali, diminuite nel perido di 19.240 unità (pari allo 0,57% in
meno), risultato comunque migliore di quello del 2010 quando il saldo si
attestò a -26.287 unità.

Con riferimento alle Ditte
individuali, il saldo negativo si è ridotto sia per le imprese iscritte in
totale (scendendo da -26.287
a -19.240), sia per le imprese artigiane (passando da
-12.543 a -10.772 unità). La categoria delle “Altre
forme” societarie (cooperative, consorzi, raggruppamenti temporanei di impresa e così via), fa registrare un saldo positivo in valori assoluti (885 unità,
contro le 744 del corrispondente trimestre del 2010) e un tasso di crescita
dello 0,42% nel trimestre da poco concluso, in aumento rispetto allo 0,36% del
2010.

Rispetto al 2010 in tutte le aree del
Paese si registrano miglioramenti dei saldi tranne che per il Mezzogiorno, dove
anche quest’anno si conferma il -0,34% dell’anno passato.

Nel complesso, le 6.742 imprese
in meno nelle otto regioni del Sud e delle isole, determinano il 70%
dell’intero saldo negativo del periodo mentre un altro 33,2% (pari a -3.202
unità) è spiegato dal disavanzo fatto registrare dalle regioni del Nord-Est.

Il saldo negativo del trimestre è
spiegato per oltre il 100% dalla sola Agricoltura, settore stroricamente in
contrazione che, tra gennaio e marzo di quest’anno, ha visto ridursi il proprio
tessuto di imprese di 11.799 unità. Di segno negativo, ma per entità molto più
ridotte, anche i saldi degli altri tre grandi comparti del Commercio, Attività
manifatturiere e Costruzioni (che chiudono il periodo, rispettivamente, con
3.782, 3.115 e 2.826 unità in meno).

Le sezioni che fanno invece registrare consistenti variazioni positive dello
stock sono quelle che in qualche modo potrebbero essere definite dei ‘servizi
alle attività economiche’. Tra queste, spiccano le Attività professionali,
scientifiche e tecniche (+1.626 unità); le Attività immobiliari (+1.392 unità);
il Noleggio, agenzie di viaggio, ricerca e selezione del personale e supporto
per le funzioni di ufficio (1.069 unità); i Servizi di informazione e
comunicazione (496 unità). Nel loro insieme, queste quattro sezioni hanno
generato nel trimestre una variazione positiva dello stock pari a 4.583 unità.

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