Nasce SourceLabs, per l’opensource di taglio enterprise

La società, creata da ex-manager di Bea con il supporto di finanziatori esperti, punta ad aggregare un’offerta di applicazioni open di taglio enterprise.

29 settembre 2004

Qualche manager di lungo corso dell’industria It, una visione imprenditoriale, una parola ormai magica, opensource, e la mistura è pronta per varare una nuova società che, stando alle premesse e alle promesse (del management) dovrebbe fare faville.


Si tratta di SourceLabs, società che ha raccolto 3,5 milioni di finanziamento da Ignition Partners e Index Ventures e che si prefigge lo scopo di diventare una “Dell del software”, agendo come broker di applicazioni opensource di taglio enterprise da piazzare via Web, fornendo servizi di assistenza.


Questo, in sintesi, il piano industriale della realtà a cui lavorano manager provenienti da Bea, come il co-fondatore Byron Sebastian (assieme a Brad Silverberg, che in una vita precedente è stato senior Vp a Microsoft ed ora è il rappresentante di Ignition nel board), Will Pugh (chief architect), Cornelius Willis (direttore vendite) e Adam Bosworth, consulente della nuova realtà (a tempo pieno è direttore dell’engineering di Google).


Perché il punto di riferimento debba essere Dell lo ha spiegato Silverberg, che immagina un modello di vendita basato su un configuratore come quello classico della casa texana, mediante il quale le aziende che vogliono orientarsi all’opensource possono scegliere fra tutto quanto trovato, ritenuto meritevole e messo assieme da SourceLabs.


La nuova società, quindi, distribuirà tutto quanto fa software open source, enterprise application comprese, a cui abbinerà un pacchetto di servizi basati sul modello a sottoscrizione.


Fondamentali, comunque, saranno, da un lato le partnership, come quella con MySql (database opensource) che pare SourceLabs stia già tentando di ingaggiare o con JBoss e, soprattutto, il feedback da parte degli utenti business.


E, ovviamente, alla finestra ci sono le varie Ibm, Novell, Hp, Oracle e, perché no, anche Microsoft, perché la nuova esperienza, anche se non è la “reinvenzione della ruota”, come detto da Sebastian, rappresenta comunque il primo tentativo di brokeraggio di quella parte del panorama software in cui il tasso di nuove società è più elevato.

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