N° 133 OTTOBRE 2004

Promesse mantenute quelle su cui il distributore ha raccolto buoni risultati. E per i prossimi mesi si pensa di entrare in contatto con altre realtà europee. Dove, come e perché

Ottobre 2004, Abbiamo mantenuto le nostre promesse. Sembra un politico
G. Andrea Farina (sempre che i politici riescano a fare resoconti
sulle attività svolte). Ma lo fa solo per un attimo: giusto per spiegare
i passaggi di quest’ultimo anno agli interlocutori/investitori che, malgrado
il momento non ancora roseo della Borsa, hanno dimostrato fedeltà e interesse
(nel periodo di annuncio dei dati finanziari, a luglio scorso, il titolo è
stato bloccato per eccesso di rialzo).
E così il presidente di Itway commenta: «Abbiamo dato incrementi
sia di fatturato, sia di redditività. Abbiamo consolidato la strategia
di integrazione delle componenti del gruppo sia a livello orizzontale, sia verticale.
Abbiamo portato avanti la politica di espansione in Europa ed effettuato incrementi
importanti in area servizi e tecnologie abilitanti»
.

E qui l’ultima semestrale gli viene inaiuto portando cifre e percentuali
che evidenziano un valore della produzione attestato attorno ai 42 milioni e
rotti di euro e un Ebitda pari a 1.268mila euro (3% del valore di produzione)
che mette a segno una crescita del 58.9%. Muta anche il margine operativo netto
che torna a essere positivo a 476mila euro (era -247). Ovviamente il risultato
realizzato in questo primo semestre ha inglobato il contributo fornito dalle
filiali di Itway nella penisola Iberica, consolidate al primo gennaio 2004.
L’Asa Value Added Distribution (e qui veniamo all’integrazione orizzontale)
è cresciuta del 30% in Italia e all’estero dove le operazioni sono
state avviate circa un anno fa. L’Asa Enterprise, attraverso la controllata
Business-e, nel primo semestre ha consolidato sostanzialmente le posizioni di
crescita avvenute nel 2003.
Sul fronte redditività va detto che la posizione finanziaria netta è
positiva per circa un milione di euro dopo avere effettuato il pagamento della
prima tranche (2,1 milioni di euro) della partecipazione di Add Distribuciones
Informaticas Sa, la società spagnola acquistata nei mesi scorsi. «E
ora continueremo in questa direzione consolidando la nostra presenza in Italia
e all’estero»
. Il commento di Farina è limpido: «abbiamo
avuto buoni risultati in un momento dove il mercato è ancora in stallo
e la finanza non dà ancora sicurezza: il mercato non è ancora
abbastanza chiaro e non paga. Così come gli scandali non sono ancora
finiti e creano sfiducia. è inutile nascondercelo, siamo in recessione.
Almeno in Italia»
.

Reputa che sia diverso negli altri Paesi europei?
Vedo che il Governo spagnolo ha seriamente intenzione di incentivare gli investimenti
tecnologici. Hanno stanziato mille miliardi delle vecchie lire per dare una
spinta alle imprese a investire in Ict. E mentre nel 2003 la penisola Iberica
ha registrato una crescita delle vendite Ict del 3,6%, si prevede per quest’anno
un +5 per cento. L’Italia sta rischiando di essere sorpassata sulla destra
da questa nazione.

Le vostre mire espansionistiche prevedono attività anche in altre
aree del bacino mediterraneo?

Sì, in questo momento stiamo seguendo un “fidanzamento” con
un operatore greco.

Anche in Grecia ci sono potenzialità interessanti?
Hanno avuto ottime performance per l’indotto creato dai giochi olimpionici.
Attività che hanno preso il via già nel 2002 e che non sono ancora
terminate. Si parla di tassi di crescita ancora a due cifre che nel 2002 hanno
raggiunto il 19%. Inoltre, c’è da dire che è un business poco
“dispersivo”. Saranno una ventina i system integrator che contano.

Altre zone prese in esame?
I Balcani. Slovenia, Croazia e Serbia. In questo caso siamo facilitati dalla
nostra posizione geografica. E anche perché la camera di commercio di
Ravenna sta portando avanti un’operazione congiunta con la città
di Tutzla in Serbia.

Che tipo di rischi avete valutato nell’affrontare il business
in queste regioni?

In Serbia, è vero, c’è ancora molta instabilità politica.
Ma credo che andrebbe replicata l’esperienza della Norvegia che ha offerto
il proprio aiuto in termini di investimenti per far sì che gli ingegneri
e i tecnici qualificati di quel Paese non emigrino. Credo che sia doveroso aiutarli
anche in questo senso. La Slovenia, invece, a parte essere entrata nella Comunità
europea, ha un Pil molto interessante. La Croazia ha una buona apertura verso
la tecnologia.

Che tipo di progetti porterete avanti?
In questi Paesi si lavora molto con la Pubblica amministrazione. E anche con
le Telco, realtà che vogliono anche essere seguite direttamente.

Crede che ci possa essere spazio anche per system integrator che dall’Italia
vadano a lavorare in quei Paesi?

Sì, anche se in questo momento i grandi system integrator italiani stanno
soffrendo il rallentamento del mercato It domestico.

Torniamo alla Spagna. Che clima di business ha trovato?
Fanno trattative molto levantine. Ma hanno una parola sola. E quella basta.
Comunque, al di là di questi aspetti, il sistema del credito è
ben gestito e non c’è il malvezzo di non pagare. L’importante,
quando si arriva in un Paese straniero, è adattarsi bene al loro sistema.
E noi pensiamo di averlo fatto: i country manager di Itway sono direttori generali
delle operation.

Che cosa dire, invece, della Francia?
Faccio solo una riflessione. Hanno tante Pmi quante ne abbiamo noi. Ma lì,
senza perdere tempo a esaltarne la potenzialità, le si fa crescere. Qui,
invece…

E per l’Italia che progetti avete in mente?
Nel nostro Paese abbiamo intenzione di cavalcare tutte quelle gare che ora sono
completo appannaggio delle filiali americane. Per farle sfrutteremo la nostra
certificazione Iso 9001:2000 che dà la possibilità di organizzare
raggruppamenti temporanei di imprese per partecipare a gare pubbliche. Sarà
questa un’opportunità in più per i piccoli rivenditori che
lavorano già con la Pal, ma che non avrebbero l’organizzazione
adatta per partecipare ai bandi.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome