Mwc: idee molte certezze nessuna

Al Mobile world congress il focus si è spostato sui servizi. Ma molto incerti sono i modelli di business

Al terzo giorno dei quattro della sua programmazione, il Mobile World Congress di Barcellona resta affollatissimo.


I keynote, gli annunci da copertina, sono già stati tutti rilasciati tra la prima e la seconda giornata, ma la macchina fieristica è ben lontana dal rallentare la sua corsa.


Stand e padiglioni sempre pieni, capannelli di persone che parlano, discutono, si scambiano business card e appunti. Persino i tavolini delle cervecerias nei viali della fiera finiscono per trasformarsi in uffici improvvisati.


Il Mwc si conferma come evento nel quale si va per “fare del business”. E ci si arriva da ogni parte del mondo, a dispetto delle distanze.


Rispetto a un anno fa, tuttavia, qualcosa è cambiato anche qui. E non è solo questione di crisi e di conseguenti minori disponibilità di spesa. Sono cambiati i paradigmi. E’ cambiato il focus.


Un anno fa al centro dell’attenzione c’erano ancora il dispositivo, il form factor, le funzionalità integrate. L’attenzione veniva calamitata sugli ultimi modelli, che molto avevano da offrire in termini di interfacce, di sistemi operativi, di dimensioni, di display.


A distanza di dodici mesi, molto di quanto l’anno scorso rappresentava una novità è ormai dato per acquisito, a partire dai touch screen per arrivare all’integrazione dei social network. Non c’è più l’allora già labile linea di confine che sembrava destinare al consumer i feature phone, lasciando al mondo dei professionisti gli smart phone.


Il punto nevralgico, in realtà, oggi è altro. Qualcuno le chiama applicazioni, altri, i più, servizi. Tutto si concentra lì, in un mondo che sembra oggi essere quello delle infinite possibilità. E il ventaglio delle applicazioni disponibii sembra sempre più ampio e onnicomprensivo. In realtà, non è un mistero per nessuno da queste parti, è una forma di ubriacatura sperimentale, che ancora poggia su una gamba sola: quella della creatività o del talento creativo che dir si voglia. Manca la seconda gamba, indispensabile per raggiungere l’equilibrio. E questa seconda gamba si chiama modello di business. Idee chiare, in questo momento, ce ne sono poche, certezze nessuna. Ma è un passaggio indispensabile, perchè dalla curiosità si riesca finalmente ad arrivare anche alla sostenibilità.

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