Motorola: un 2005 in seamless mobility

Roberto Rossi delinea le strategie della società per tutto il 2005. All’insegna della disponibilità delle informazioni ovunque.

Si chiama “seamless mobility“,
si può tradurre in mobilità pervasiva. Ed è il leitmotiv che guida le
scelte strategiche e di prodotto di Motorola per tutto il
2005.
Alla vigilia dell’appuntamento di Cannes, nel corso del quale non
mancheranno novità anche sul fronte dei singoli terminali, Roberto Rossi,
amministratore delegato della filiale italiana della società, delinea i punti
portanti di questa vision, che, nella sostanza, si traduce nella possibilità di
fuire delle informazioni ovunque e comunque, in casa, in auto, in ufficio e on
the move.
L’auto è una delle frontiere più recenti della mobilità, grazie
all’intregrazione di nuovi servizi, che vanno davvero oltre il satellitare. Tra
le novità in arrivo, il sistema che effettua automaticamente chiamate di
emergenza ai centri di assistenza e servizio, sia in caso di incidenti o malori,
sia per la diagnostica da remoto.
Negli Stati Uniti c’è già. Ora tocca
all’Europa.
Per la casa, tre sono i fronti sui quali Motorola si sta
muovendo.
In primo luogo un gateway, una Media Station come la chiama
Motorola, che consente di creare un ambiente di rete domestica dal quale
monitorare dispositivi e applicazioni, gestendo la distribuzione e la
condivisione delle informazioni, in qualunque formato esse si trovino.
Oltre
ad applicazioni classiche, quali la distribuzione di foto o di file musicali, il
nuovo gateway trova applicazioni anche nella domotica remota, ad esempio per la
gestione dei sistemi di allarme, oppure degli impianti di casa.
Il secondo
fronte è rappresentato dalla videofonia fissa e si traduce in un nuovo
apparecchio – Ojo – con il quale Motorola promette il superamento di alcuni
limiti dei sistemi attualmente disponibili.
Disponibile commercialmente da
metà anno, Ojo utilizza connessioni a banda larga, con evidenti benefici sulla
qualità dell’immagine.
Il terzo fronte, infine, si chiama Antigua ed è il
primo esempio di convergenza fisso-mobile. Si tratta, nella sostanza, di un
telefono, del tutto simile nell’aspetto a un “normale” telefono cellulare. In
realtà, in ambienti outdoor Antigua utilizza la rete mobile, mentre in
ambienti indoor si commuta su rete fissa e può essere utilizzato come un
tradizionale telefono da casa. I vantaggi, dal punto di vista delle tariffe,
sono evidenti, soprattutto se si riesce a ipotizzare una diffusione su larga
scala del sistema. British Telecom ci proverà tra qualche mese, in Italia
Roberto Rossi ammette contatti in essere con tutti i gestori.
Ma, parlando di
Motorola, non si può dimenticare la telefonia cellulare.
Qui la novità –
modelli a parte – è rappresentata da una sigla: Hsdpa, vale a dire la banda
larga su cellulare. 10 Mbps nominali, 3,6 Mbps effettivi, vale a dire 10 volte
tanto le massime velocità oggi disponibili.
E’ evidente che in questo caso la
questione tariffaria diventerà prioritaria: impossibile ipotizzare tariffe in
base al traffico con queste velocità.
Un’ultima nota spetta al design. Dopo
Razor, il cellulare sottile e, a detta dei più, molto maschile, tocca a Pebl,
decisamente più femminile e tondeggiante. Ricorda un ciottolo, di qui il
nome.
E poi l’abbinata moda e sport, con gli accordi con momo per i caschi
per la moto, con Barton per l’abbigliamento da neve, con Oackley per gli
occhiali.
E poi c’è l’accordo con Apple. iPod, ça va sans dire. Ma la
declinazione è ancora tutta da definire.

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