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Monitor con schermo curvo, 11 modelli fra cui scegliere per una visuale a tutto campo

A fianco dell’aumento nella dimensione media, degli schermi piatti e la qualità del pannello visivo, probabilmente l’evoluzione più importante per i monitor è la comparsa ormai alcuni anni fa con lo schermo curvo. Superate le perplessità iniziali, un monitor con schermo curvo ha presto mostrato sul campo la propria utilità.

Una modifica introdotta infatti proprio a seguito della maggiore dimensione, utile per una visione più uniforme, con tutti i punti alla stessa distanza dagli occhi, e particolarmente adatto per i lavori più complessi, come editing video e audio, progettazione e i videogiochi.

Non a caso, il rapporto dimensionale standard è il 21:9. Per la diagonale invece, il grosso dell’offerta si concentra tra i 32” e i 34”, con la possibilità tuttavia di trovare anche misure al di sotto e al di sopra.

Ampia infine la forbice dei prezzi, risultato di diversi fattori tra qui, tempo di risposta, numero e tipo di connessioni disponibili, luminosità e materiali impiegati. I modelli dedicati espressamente ai videogiochi, i più completi, rappresentano quasi una categoria a sé, in genere rivolta ai più esigenti.

Aoc, non solo per gioco

Le caratteristiche principali di un monitor con schermo curvo lo rendono ideale prima di tutto per gli appassionati di videogiochi. Di fronte a un pubblico molto esigente, spesso la scelta è dedicare l’offerta proprio a questo settore.

Come nel caso di AOC con il CU34G2/BK. Tuttavia, diverse specifiche alla fine tornano utili anche per chi lavora nel mondo professionale, a partire da video editing o disegno tecnico. La diagonale di uno schermo 21:9 da 34” torna infatti utile a chi deve gestire più documenti in simultanea, affiancandoli senza sacrificare la visibilità. In periodo di smart working, considerazioni da non sottovalutare.

Oltre a forma e dimensioni, sono diversi i fattori da valutare, soprattutto in considerazione del prezzo. A partire dal valore classico della luminosità, nel caso di 300 cd/mq. Valore nella media, così come la risoluzione di 3.440×1.440 pixel.

Sulla scheda tecnica le differenze sono invece da ricercare in almeno altri due aspetti. Un tempo di risposta basso, 1 ms nel caso specifico, è sinonimo di fluidità nei movimenti. Quindi, indispensabile per i videogame, molto utile per il montaggio di filmati, meno per la normale attività di ufficio anche se sempre bene accetta.

Inoltre, la frequenza di aggiornamento di 100 Hz va in favore di immagini più nitide e stabili, con maggiore precisione dei dettagli a minore affaticamento visivo. Aspetti tanto più importanti quanto più tempo si passa davanti al monitor.  In ogni caso, fondamentali per studiare i dettagli in caso di disegno tecnico.

Altro punto da non sottovalutare, un monitor lavora a stretto contatto con la scheda grafica dalla quale dipende. Torna quindi utile un sistema di sincronizzazione, come FreeSync adottato da AOC e da molti altri.

A seconda del tipo di impiego, non bisogna dimenticare di guardare alla connettività. Più delle porte HDMI (difficile scendere sotto le due) e la DisplayPort, è importante valutare la presenza di USB (4 nel caso specifico) per collegare eventuali periferiche, o altri monitor se non notebook.

Infine, naturalmente il prezzo. In un settore all’avanguardia, dove spesso si superano i mille euro, il costo intorno ai 450 euro trovato online, per un monitor curvo senza speaker integrati può rivelarsi certamente competitivo.

Asus, visione a tutto campo

Si rivolge invece più al settore professionale, il ProArt Display PA34VC di Asus. La diagonale leggermente superiore da 34,1” non sarà probabilmente elemento su cui valutare il confronto. Più importante in questo senso i fattori più usuali come la luminosità da 300 cd/mq, la frequenza massima di 100 Hz e il tempo di risposta di 5 ms, più adatto per applicazioni statiche, come per esempio la fotografia.

A questi, si può aggiungere anche il dato riferito alla curvatura, utile per capire dove si trova il centro di un ipotetico cerchio descritto dall’arco del monitor con schermo curvo. Il valore di 1.800 R indica un raggio di 1.800.

Oltre alle tecnologie adottate per lavorare sulla qualità delle immagini, in genere da valutare direttamente in linea con gusti ed esigenze personali, possono entrare in gioco valutazioni legate all’uso caratteristico.

Dalla disponibilità di più connessioni, scaturiscono infatti altrettante opportunità. L’elenco Asus include anche due porte Thunderbolt. Un’opzione in più per sfruttare la modalità PiP, per visualizzare in un riquadro una seconda sorgente video. Oppure, la più specifica Picture by Picture (PbP) per una visione affiancata.

Tutte considerazioni però con le inevitabili ripercussioni sul prezzo, fissato in questo caso a 1.249 euro, valutando anche i due speaker integrati da 2 W ciascuno.

Dell, aperto a ogni prospettiva

Nonostante un’apparente provenienza diversa per bacio di utenza, una proposta abbastanza vicino alla versione Dell di monitor con schermo curvo, il modello UltraSharp U3419W, praticamente identico per diagonale e luminosità.

Una prima differenza si incontra invece sul fronte del tempo di risposta, disponibilità in due modalità, normale da 8 ms e veloce da 5 ms. Comunque, sempre valori più indicati per lavori prevalentemente con immagini statiche o movimenti contenuti.

La provenienza marcata dal settore professionale induce Dell a guardare con particolare attenzione l’ergonomia durante l’utilizzo. Si arriva così a ComfortView, funzione pensata per contenere le emissioni di luce blu e garantire quindi l’utilizzo anche per periodi prolungati senza affaticare gli occhi più del necessario. Sempre in tema di ergonomia, da apprezzare anche l’utile opzione di regolare l’inclinazione dello schermo

Per la stessa ragione, particolarmente estesa la serie di connessioni, per praticità distribuite in parte anche su un lato, oltre alla usuale collocazione sul retro. In particolare, si distinguono 4 porte USB per il downstream più altre 2 per l’upstream. Tutte in versione 3.0, si aggiungono alla ulteriore porta USB-C con l’intento di aggiungere al monitor la funzione di hub. Da apprezzare anche la presenza di due speaker integrati, dalla potenza non trascurabile di 9 W ciascuno.

A fronte del listino ufficiale, il prezzo effettivo sul sito Web di Dell si rivela interessante con 767,31 euro.

HP, un tocco di design in più

Di regola, rispetto a un display piatto per un monitor con schermo curvo è necessario mettere in preventivo una spesa superiore, a parità di superficie e caratteristiche tecniche. Questo però non significa poter comunque trovare alternative paragonabili.

Lo dimostra HP, il cui 34f curvo permette di entrare nel settore con un prezzo competitivo di 549,98 euro. Aspetto importante, scendendo in minima parta a compromessi.

Fermo restando diagonale da 34” e risoluzione WQHD IPS da 3.440×1.440 pixel, il tempo di risposta di 5 ms rientra comunque nella media per applicazioni standard. A supporto dei videogame e garantire maggiore fluidità nei movimenti, c’è comunque la tecnologia FreeSync di AMD.

Alle due connessioni HDMI si aggiunge qualche porta USB in meno, anche se con tre totali, 1 in upstream e 2 in downstream, buona parte delle esigenze sono destinate a essere soddisfatte. Compresa la possibilità di collegare un notebook o un altro dispositivo esterno.

Ultimo dettaglio, in un panorama dove il nero domina la scelta di colore per il telaio, nella circostanza HP va alla ricerca anche del design, con forme non scontate per il supporto e la scelta di una tonalità chiara, tendente all’argento.

Lenovo, visioni in altra frequenza

La strada principale seguita da Lenovo punta invece sulla frequenza di aggiornamento delle immagini. Fattore distintivo tra i più importanti per i vecchi monitor CRT, il valore di 144 Hz raggiunti dal G34w-10 WLED Ultra-Wide di Lenovo rappresenta comunque una buona garanzia di stabilità.

Non viene però indicato, né sulla scheda online nè sul manuale d’uso, il valore del tempo di risposta, altrettanto importante. In compenso, la luminosità di 350 cd/mq si colloca giusto al di sopra della media.

Per il resto, nessun salto nel buio. Linee sobrie e colore rigorosamente nero descrivano il design, mentre sono ridotte all’essenziale le connessioni con una porta HDMI, una DisplayPort e una semplice uscita audio mini jack.

L’idea complessiva sembra quella di voler offrire uno strumento senza tanti fronzoli, rivolto a chi vuole sperimentare un monitor con schermo curvo per un uso quotidiano, senza situazioni estreme o una destinazione prevalente. Da questo punto di vista, diventa interessante il prezzo di 599 euro.

LG, risoluzione alternativa

Se il prezzo è il primo fattore di scelta, allora si può anche riuscire ad andare oltre. Per il 34WN650-W, LG chiede infatti solo 249,99 euro. All’apparenza, decisamente concorrenziale rispetto a praticamente tutti gli altri.

Basta però andare a leggere uno dei dettagli più importanti sulla scheda ptecnica per trovarne la ragione. La risoluzione è infatti limitata al Full HD, nel formato 21:9 equivalente a 2.560×1.080 pixel.

Importante precisare, nell’offerta LG decisamente vasta di modelli anche schermo curvo non mancano altri modelli. Tanti tra quelli in linea con il requisito dei 34” non risultano però al momento disponibili.

Un’occasione comunque interessante per valutare ogni alternativa presente sul mercato. Anche perché gli elementi di richiamo non mancano, a partire da una luminosità spinta fino a 400 cd/mq, con un tempo di risposta di 5 ms, questo in linea con lo standard.

D’altra parte, viene chiaramente indicata come destinazione d’uso il contesto professionale. Quindi, attenzione alla gestione di più documenti in simultanea, con anche l’originale opzione di visualizzare schermata di anteprima in un insolito formato 5:9 su una porzione del display.

Decisamente limitata però la dotazione di connessioni, con due porte HDMI e una DisplayPort. Aspetto da sottolineare proprio in virtù della destinazione d’uso, limitando di fatto la possibilità di condividere lo schermo con un’altra sorgente video.

D’altra parte, da non trascurare la presenza di due speaker integrati da 14 W.

Msi, quando il gioco si fa serio

In tutt’altra direzione, almeno come pubblico di riferimento, le intenzioni di MSI. Storicamente concentrata su come soddisfare le ambizioni degli appassionati di videogame, non disdegna comunque la possibilità di portare Optix MPG341CQR anche nelle case dove si sfrutta in altre situazioni.

In questo caso infatti, sia la luminosità di 400 cd/mq sia la frequenza di aggiornamento di 144 Hz sono non a caso posizionate su valori superiori alla media. Indispensabili proprio per garantire il realismo nelle scene più articolate dei videogiochi. Spinto inoltre praticamente al limite anche il tempo di risposta di 1 ms.

Diversi inoltre gli accorgimenti pensati espressamente per portare ai massimi livelli in coinvolgimento in azione. A partire da Night Vision, modalità per ottimizzare le immagini in un ambiente buio, o la funzione per organizzare velocemente le finestre quando serve tenere sotto controllo anche streaming o musica.

Inoltre, un originale supporto per videocamera opzionale in grado di scorrere lungo la parte superiore del monitor, compatibile con supporti per cavalletto. Infine, un sistema per collegare alla parte inferiore del monitor un mouse in modo da ridurre l’attrito dal cavo e ridurre il disordine dalla scrivania.

L’ampia serie di accessori utilizzata nei videogame porta ad avere una dotazione completa di connessioni, aggiungendo una porta USB-C al servizio anche del monitor stesso, oltre ad altre quattro USB 3,2 e ingressi separati per microfono, diffusori e audio combo direttamente da PC. Difficilmente, per la destinazione d’uso può apparire un limite l’assenza di speaker integrati.

Come facile prevedere, il prezzo si colloca sopra la media, anche se i 990 euro individuati tra i siti di e-commerce lo rendono comunque un’opzione interessante, e non tra le più costose.

Nec, panoramiche da professionisti

Anche il mondo professionale può cercare in un monitor curvo prestazioni di un certo livello. Per quanto non necessariamente spinte all’estremo sulla fluidità video, nitidezza e luminosità restano sempre dettagli da valutare. Nec le traduce con il MultiSync EX341R soprattutto in ergonomia, contando su una luminosità di 290 cd/mq e un tempo di risposta di 5 ms, invece nella media.

L’idea è rivolgersi al mondo professionale abituato spesso a lavorare con due se non più monitor affiancati. In questo caso, la dimensione panoramica consente una visione di insieme più uniforme e rende più agevole scorrere le informazioni, senza i passaggi netti del cambio di chassis. A questo si aggiunge anche la possibilità do comandare due sorgenti dati con un’unica tastiera e un unico mouse.

Sempre a tema, la funzione per la suddivisione personalizzata dello schermo, sfruttando le  impostazioni PiP e PbP, in modo da dare risalto ai dati desiderati.

Indispensabile di conseguenza una ricca scelta di connessioni, con praticamente l’obbligo di assolvere al ruolo di hub USB. Sono infatti due le porte HDMI, di cui una 2.0 e altrettante le DisplayPort. In più, un totale di 6 porte USB 3.0, di cui 4 in uscita e due in ingresso.

Allineati al potenziale impiego anche i due speaker da 1 W, idonei probabilmente soprattutto per trasmettere messaggi vocali o l’audio di semplici video. Seguendo lo stesso ragionamento, può rivelarsi utile anche la classe energetica A+, difficile da ritrovare in altri modelli.

Un posizionamento molto preciso, determina infine il prezzo intorno a 890 euro.

Philips, attento alla salute e ai consumi

Ambizioni simili le insegue Philips, il cui monitor con schermo curvo 346B1C/01 guarda anche lui al mondo delle applicazioni da ufficio o più in generale allo smart working. L’obiettivo però sembra rivolto maggiormente a chi dedica maggiore attenzione al rapporto qualità/prezzo, con un monitor curvo acquistabile con una spesa intorno ai 422 euro.

La luminosità infatti è limitata a 350 cd/mq, mentre in compenso migliora leggermente rispetto alla media il tempo di risposta di 4 ms. L’impressione emergente è assecondare chi si trova a dover passare molto tempo davanti a uno schermo con immagini relativamente statiche.

Spazio quindi a un insieme di funzioni a supporto dell’ergonomia. Per esempio, la tecnologia Flicker-Free intende contrastare lo sfarfallio tipico di alcuni schermi LED, permettendo di regolare con maggiore precisione la luminosità e riduce di conseguenza lo sgradevole disturbo.

Inoltre, attenzione a ridurre l’affaticamento degli occhi combattendo anche i raggi ultravioletti emessi da un display. Una serie di impostazioni dedicate nella modalità LowBlue Mode sfrutta una tecnologia software intelligente per ridurre gli effetti alla lunga potenzialmente dannosi della luce blu.

All’insegna della praticità invece lo switch integrato KVM MultiClient, per controllare due PC con un’unica impostazione monitor-tastiera-mouse agendo su un pulsante dedicato, per cambiare sorgente.

Del tutto originale il sensore di presenza, in grado di riconoscere l’assenza dell’utente davanti al monitor e di conseguenza metterlo in stand-by, salvo riattivarlo al ritorno.

Anche alla voce connettività emerge un elemento non scontato. Ad HDMI, DisplayPort e un paio di USB, si affianca anche una presa Ethernet. Non sono invece previsti gli speaker.

 

Samsung, dove la curva ha avuto inizio

Uno schermo con diagonale da 34” è presente nel catalogo di praticamente tutti i produttori. Alcuni però, pur abbracciando un’offerta ampia, si limitano a dimensioni leggermente inferiori o superiori. Tra questi rientra anche Samsung a cui spetta il merito non indifferente di aver lanciato per primo sul mercato un monitor on schermo curvo.

Ancora oggi, con il C32T55, Samsung rivendica un modello tra i più esasperati in materia di curvatura, spingendosi fino a 1.000 R, dove R indica il raggio del cerchio descritto dall’arco del display. Più basso è il valore R, più accentuata è la curva e quindi l’effetto avvolgente delle immagini. Importante sottolineare, si parla però di uno schermo con rapporto 16:9.

A questo, Samsung nella circostanza abbina una luminosità inoltre inferiore alla media e limitata a 250 cd/mq e un tempo di risposta di  4 ms. A pesare più di tutto in una potenziale decisione rischia però di essere la risoluzione limitata al Full HD.

Molto essenziale anche la dotazione di connessioni, con una porta HDMI, una DisplayPort e senza alcuna presa USB. Ci sono però gli speaker integrati, e soprattutto c’è da sottolineare un prezzo di 299 euro, al livello di un monitor tradizionale.

Viewsonic, formato alternativo

Simile, ma solo per dimensione e rapporto 16:9, la proposta di Viewsonic da 32”, rappresentata dal VX3258-2KPC-MHD. Espressamente indicato come monitor con schermo curvo dedicato ai videogiochi, ha comunque tutte le carte in regola per garantire comfort anche durante le altra attività.

La frequenza può arrivare infatti a 144 Hz, mentre la luminosità resta allineata alla media dei 300 cd/mq. La risoluzione conseguente QHD è di 2.560×1.440 pixel. Nonostante questo, anche la curvatura non si discosta dal valore più diffuso di 1.800 R.

Considerata l’ambizione di competere sul fronte dei videogame, oltre al rapporto visivo potrebbe rivelarsi un limite anche la presenza due porte HDMI, altrettante DisplayPort e l’assenza totale di USB. Sul retro però, ci sono due piccoli speaker integrati da 2,5 W.

D’altra parte, emerge una certa attenzione alle altre condizioni d’uso. ViewMode offre infatti una serie di configurazioni predefinite in modo da ottimizzare le regolazioni del monitor curvo a seconda dell’utilizzo anche per lavoro, visione di film, navigazione su Internet, elaborazione testi, ecc. Si tratta in pratica di calibrare nel modo opportuno temperatura del colore, gamma, contrasto e luminosità senza dover necessariamente intervenire sui singoli parametri manualmente

Proposte come queste sono in pratica un’alternativa diretta ai display tradizionali, per chi vuole semplicemente sperimentare il potenziale della visuale incurvata, senza tuttavia cambiare prospettiva oppure più semplicemente l’ingombro. Il prezzo di 376 euro va quindi confrontato con la qualità di uno schermo simile piatto.

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