Mix di competenze per gestire le Hr

Il profilo del “capo” che impartisce direttamente ai propri sottoposti deve tramontare per lasciare il posto a manager in grado di valutare e motivare al meglio le risorse umane, vero patrimonio dell’azienda

Il responsabile delle risorse umane, oggi, è un professionista composito, che mixa competenze tecniche, di marketing e gestionali, ponendosi come interfaccia tra il top management e le risorse aziendali. Risorse che non sono più soltanto il personale addetto perché comprendono la condivisione di tutto il know how e l’expertise dell’organizzazione, spesso investendo il front end delle relazioni con il cliente. Il fattore “@” gioca un ruolo importante.
«Oltre all’onnipresente posta elettronica, l’applicazione maggiormente usata è sicuramente la intranet – racconta Stefano Lamon, governance manager di Grey Interactive -, in particolare lo strumento di condivisione delle informazioni e supporto alle decisioni sviluppato internamente sul modello del nostro processo di business. Grazie a esso, possiamo gestire in tempo reale l’allocazione delle risorse, la pianificazione dei progetti e il controllo di costi e ricavi delle commesse».
Grey Interactive (Gi) è la filiale italiana del network internazionale di Grey Global Group, multinazionale della comunicazione che fornisce consulenza e servizi a 360° alle imprese impegnate in progetti interattivi. Primo network di agenzie per la comunicazione interattiva in Europa, e terzo a livello mondiale, la società ha sedi in 43 Paesi.


La riunione

cuore dell’operatività
Con Lamon, che in qualità di responsabile di progetto, delle risorse umane e di Crm, svolge un ruolo che lo pone su diversi piani di relazione all’interno e all’esterno dell’azienda abbiamo voluto approfondire la realtà della sua funzione.

«Il mio ruolo ha a che fare essenzialmente con il cuore pulsante dell’azienda – spiega il manager -. È mia responsabilità far sì che siano di-
sponibili e siano correttamente usate le risorse più opportune. È un lavoro che deve continuamente bilanciare le esigenze di business e l’allocazione delle risorse, garantendo il massimo della performance senza mai perdere di vista la redditività. Il momento cruciale è dato dalla riunione settimanale del team building committee durante il quale, insieme ai partner dell’agenzia, vengono esaminate le richieste di staff sui nuovi progetti e l’andamento di quelli in corso. Assegniamo le persone ai team e/o ne modifichiamo la composizione; verifichiamo l’andamento complessivo delle commesse dal punto di vista della profittabilità e della customer satisfaction; infine, condividiamo le azioni e le decisioni che governano l’operatività dell’agenzia
».
Un altro momento importante dell’attività di Lamon è la riunione di pianificazione operativa, durante la quale si esaminano, con tutti i product manager, le attività previste per la settimana a venire e si risolvono gli eventuali conflitti di allocazione delle risorse. A valle di questo incontro, è pubblicata sulla intranet la programmazione delle attività previste per ognuno per la settimana entrante. In qualità di partner, Lamon cura anche le relazioni commerciali con alcuni grandi clienti. È consuetudine che ogni cliente dell’agenzia sia presidiato da un membro del board. Nel caso di Lamon si tratta di tre grandi nomi nei settori automotive, utility e manifatturiero. Tra le esperienze maturate dal manager spiccano il ruolo di direttore della produzione in Giunti Multimedia e la partecipazione allo start up di un’azienda nella quale si occupava dell’acquisto e del setup delle infrastrutture tecnologiche e della selezione di parte del personale.
«Sono entrato presto nel mondo del lavoro – ci spiega Lamon – e, quindi, molto di quello che so l’ho imparato sul campo. Personalmente, ho trovato sempre molto apprezzabile l’approccio alla formazione just-in-time, che ritengo essere il modo più efficace ed efficiente, dal punto di vista dei costi, per acquisire conoscenza “viva” da usare concretamente nel lavoro di tutti i giorni. Ho sempre preferito quindi i corsi brevi, focalizzati su argomenti specifici, meglio se coadiuvati da un confronto con un top performer. Un’altra grande risorsa è la
formazione online. Ad esempio, le Guide Manageriali della Harvard
Business School Publishing, disponibili sul portale di formazione online di Individual Training, sono uno strumento prezioso e molto utile come vademecum per molte delle situazioni tipiche che mi trovo ad affrontare quotidianamente
».


La “biodiversità”
come vantaggio competitivo


Il fatto di far parte di un network internazionale rappresenta sicuramente un grande vantaggio per chi vi lavora, in quanto consente a ogni dipendente di ampliare i propri orizzonti, grazie alla condivisione dei diversi approcci che il mercato tende ad avere. «Pur sotto l’ombrello di un’unica grande corporate, – sottolinea Lamon – ogni nazione esprime la propria valenza, a volte privilegiando l’aspetto tecnologico, altre volte esaltando il lato comunicativo e strategico. Credo che questa “biodiversità” sia un patrimonio preziosissimo in un mondo sempre più globalizzato. In Italia abbiamo scelto di valorizzare appieno le nostre competenze di strategia e di comunicazione, presentandoci come specialisti nella gestione della relazione interattiva con il cliente: attraverso progetti tecnologicamente evoluti, coordiniamo lo sviluppo in accordo agli obiettivi di business».

Relativamente all’evoluzione futura di una figura professionale come la sua, il manager osserva che «in un contesto organizzativo sempre più “destrutturato” è fondamentale, per chi si occupa di gestione e coordinamento di team di lavoro, saper valorizzare e tenere in azienda le risorse migliori, quelle che creano il vero valore. Per far ciò, occorre saper interpretare il proprio ruolo come quello di un “allenatore”, pronto a supportare e facilitare i processi di apprendimento e crescita dello staff. A mio avviso, il vecchio ruolo del “capo” che emana direttive ai “sottoposti” è definitivamente tramontato, per lasciare il posto a una struttura più agile, dinamica e che incoraggia il lavoro collaborativo, avvantaggiandosi del contributo creativo di tutti».

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