Migliorarsi con il confronto

La proposta è di Compass, che usa rigorosi metodi statistici per valutare l’adeguatezza di un’infrastruttura e creare un manuale d’uso per il Cio.

Compass, società svedese, ma di diritto inglese, che da 25 anni (dieci in Italia) fa consulenza su come migliorare l’impatto dell’Ict esistente in azienda sul business della stessa.

Per intenderci, è una società che da noi lavora continuativamente con Fiat, Generali, Eni, Unicredit, Intesa, SiaSsb, Popolare Sondrio, Credem, Regione Lombardia e Friuli.

A loro propone consulenza strategica, fatta di indicazioni operative su come agire in determinati contesti. Lo fa muovendosi lungo tre assi: la definizione di modelli di analisi dell’Ict, con mappe aderenti agli standard Itil; un repository di dati statistici (contenente circa 10mila società con cui confrontare le informazioni) residente nel centro di ricerca di Guilford (Uk); il know-how dei consulenti, persone con esperienza decennale su, al massimo, due aree.

La ricetta, quindi, è questa: se si vuole capire come la propria It può aiutare a competere, è necessario confrontarsi con società omogenee per area di business o costituzione; si mappa, pertanto, la situazione infrastrutturale e comportamentale esistente, e la si confronta. Il tutto in maniera trasparente, dichiarata, ma anche riservata, ossia senza violare i segreti industriali di chicchessia.

L’analisi che ne risulta viene passata al Cio, che la può utilizzare dato che è anche un manuale operativo, indicante le aree su cui si può intervenire e i metodi con cui farlo.

La proposta di Compass, pertanto, la si può definire di miglioramento delle performance.
«Il confronto non lo facciamo solo per industry – dice Alessandro La Bella, sales manager italiano di Compass – ma anche per complessità d’azienda. Dati di un’azienda alla mano, desunti dagli strumenti di gestione, si definisce un indice di rapporto e si costruisce un panel di paragone omogeneo con cui avviare le valutazioni. Lo scopo è proprio stabilire il valore dell’It per il business, capire, per esempio, quanto una tecnologia sia abilitante. Lo facciamo solo con persone nostre. In totale abbiamo duecento consulenti. Sei sono in Italia».

E se una società avesse già maturato l’idea di cedere parte delle attività in outsourcing, il parere di Compass potrebbe essere dirimente?
«Aiutiamo a gestire al meglio anche la strategia di sourcing – dice La Bella -. In merito, in Italia il fattore dominante è sempre stato il risparmio dei costi nel breve periodo. Pertanto un fattore centrale come il servizio è stato messo in secondo piano. Ma ora le aziende cominciano a capire l’errore e stanno cercando rimedio».

Le analisi proposte dalla società svedere rivelano la loro efficacia anche nei casi di fusione fra due realtà, ossia laddove anche due strutture It debbono trovare punti di incontro: in questi casi Compass effettua una valutazione dell’integrazione dell’infrastruttura It sotto il profilo economico.

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