Migliorare le prestazioni del disco fisso

Dalla cancellazione di file inutilizzati al controllo dell’integrità dell’hard disk, gli accorgimenti per alleviare i problemi di amministrazione

Ottobre 2009 Qualunque PC è dotato di una qualche capacità
di memoria di massa. Può differire per la tecnologia usata – ultimamente
si vanno diffondendo i nuovi dischi SSD basati su tecnologia flash – ma resta
sempre vero che, con unità disco sempre più capienti, alcuni problemi
fondamentali restano sempre d’attualità. Anzi, in molti casi, la
capacità sempre più elevata delle unità disco oggi disponibili
(dischi da ben 1,5 TB sono ormai largamente disponibili a prezzo abbordabile)
accresce a dismisura la “popolazione” del disco, ossia il numero
di file e cartelle presenti, e di conseguenza rende ancor più acuti quasi
tutti i problemi di amministrazione.

Fra questi citiamo, per esempio:

• trovare dove è stato salvato un determinato file;
• effettuare il backup del disco, o almeno della parte che contiene dati
non facilmente “ricostruibili”
• sfruttare al massimo la capacità del disco
• scoprire se ci sono doppioni ed eliminarli;
• migliorare le prestazioni

Per questi compiti, in molti casi esistono tecniche e prassi d’uso in
grado di dare un valido aiuto. Tuttavia è importante conoscerle e imparare
a usarle in modo appropriato per evitare gli svantaggi collaterali. L’indicizzazione
del disco velocizza le ricerche, ma consuma spazio e soprattutto rallenta il
funzionamento di Windows, visto che comporta un’attività quasi
costante dell’hard disk nelle fasi di “quiete”. La compressione
dati aumenta la capacità sfruttabile, ma comporta un degrado di prestazioni
sia in lettura sia in scrittura, può falsare la stima di contenuto di
un backup se fatta in base alla capacità fisica del volume e può
interferire con il funzionamento di certi software per la manutenzione avanzata
del file system. Il non banale problema della scoperta ed eliminazione di doppioni
è già stato affrontato su PC Open Studio: occorrono un mix di
strumenti semiautomatici e decisioni umane, mentre per la prevenzione del problema
è importante attenersi a una qualche “disciplina” nel posizionare
i file su disco.

Vediamo alcuni consigli utili per ottimizzare l’utilizzo dello spazio
su disco e migliorare, per quanto possibile, le prestazioni.

Dove è finito lo spazio su disco?
Un classico interrogativo che ci si pone quando il PC segnala che quel nuovo
e “gigantesco” disco, recentemente aggiunto al computer, è
pieno. Un po’ senza accorgersene vi sono stati caricati dati magari parzialmente
inutili o doppioni, ma come individuarli e come rimediare?
Ovviamente è utile cominciare a mirare al “bersaglio grosso”,
ossia quei file, relativamente poco numerosi, che da soli occupano molto spazio.
Free Disk Usage Analyzer (www.extensoft.com)
è uno strumento gratuito di analisi del disco fisso che si occupa proprio
di questo. Fornisce un chiarissimo quadro della situazione, organizzato in tre
schede: una normale panoramica generale, un elenco dei file più grandi
e un elenco delle cartelle più grandi.

Appena lanciato, il programma presenta una classica schermata che riporta l’elenco
generale dei volumi collegati al PC, provvisto di un indicatore di riempimento.
Accanto a ogni volume sono presenti un link rapido alla procedura standard di
“pulitura disco” di Windows, nonché un link alla finestra
Proprietà di Esplora risorse, già aperta sul disco interessato,
in cui si potrà trovare la scheda Strumenti per lanciare un controllo
errori, una deframmentazione o un backup (se il relativo strumento NTBackup
di Microsoft, o uno equivalente, è installato in Windows). Curioso notare
che queste finestre appaiono con il “look and feel” di Vista anche
se l’applicazione viene eseguita su XP.

Dalla schermata iniziale si può poi passare alla scheda Largest files,
in cui, selezionando un’unità disco, dopo un breve tempo di analisi
si ottiene una classifica dei file in ordine decrescente di occupazione, con
tanto di istogramma per visualizzare immediatamente il “peso” di
ciascun file sulla capacità totale del disco. È apprezzabile il
fatto che i risultati provvisori appaiano immediatamente, mentre l’analisi
prosegue in background, anche se solo al termine di quest’ultima le percentuali
saranno quelle rigorosamente esatte. Una volta ottenuta la classifica e deciso
su quali file intervenire, basterà un clic con il pulsante destro del
mouse per accedere al menu standard di Esplora Risorse, da cui si potrà
cancellare, spostare o analizzare qualunque file. Quindi nessuna nuova procedura
da imparare. Lo strumento si potrebbe considerare semplicemente come una versione
potenziata di Esplora Risorse, facilissima da usare.

Da ultimo si può accedere alla scheda Largest Folders in cui vengono
mostrati non i file più grandi, ma le cartelle più grandi. Qui
occorre fare attenzione, in quanto nell’elenco a destra vengono presentate
sia le cartelle sia le loro sottocartelle, fino a una profondità arbitrariamente
alta. Di conseguenza, è giocoforza che appaiano in testa alla graduatoria
le cartelle che si trovano immediatamente sotto la radice del disco, in quanto
sono quelle che contengono tutte le altre. Non è quindi ragionevole cancellare
banalmente le cartelle che occupano le prime posizioni, ma si deve approfondire
l’analisi visitando i livelli inferiori per farsi un’idea dell’occupazione
delle sottocartelle. Da questo punto di vista è preferibile servirsi
di strumenti che danno una sinossi gerarchica del disco a tree map o come diagramma
a torta, in cui risulti immediatamente evidente quali cartelle usano lo spazio,
senza bisogno di visitare la gerarchia a caccia di sprechi di spazio.

Fra gli strumenti gratuiti in grado di visualizzare una tree map dell’occupazione
del disco ricordiamo WinDirStat (http://windirstat.info):
il contenimento gerarchico fra cartelle e file e la dimensione relativa sono
immediatamente percepibili grazie alla proporzionalità fra area su schermo
e dimensione su disco. Nella vista principale, in alto a sinistra si ottengono
istogrammi che forniscono indicazioni sull’occupazione generale del disco
e su quella delle singole cartelle e sottocartelle. A destra è fornita
una statistica sulla quota di spazio occupata dai vari tipi di file, come documenti,
file multimediali e programmi; evidentemente, lo stesso riquadro fa anche da
“legenda” per il colore dei blocchi raffigurati nella tree map vera
e propria, che appare in basso.

La dimensione e il colore di un blocco corrispondono alla dimensione e al tipo
di un file; le cartelle sono aree rettangolari che contengono gruppi di rettangoli
colorati, che a loro volta rappresentano i singoli file.
Il contenimento di una regione rettangolare in un’altra corrisponde al
contenimento fra cartelle e sottocartelle. Sorvolando il diagramma, nella barra
di stato si ottengono indicazioni sull’identità del file corrispondente
a un blocco e sulle dimensioni sue o del suo contenuto. Selezionando, invece,
una cartella nell’elenco in alto a sinistra, una cornice mostra l’area
di pertinenza nel grafico in basso. Per chi trova più chiaro un diagramma
a torta si può segnalare Xinorbis (www.freshney.org/xinorbis), che dopo
aver selezionato il drive da analizzare e aver lanciato l’analisi produce
una disamina estremamente dettagliata dell’utilizzo dello spazio su
disco.

Pulizia automatica periodica
Poter disporre di un programma che provvede automaticamente a effettuare le
manovre di “pulizia” del disco e del sistema che rendono il PC più
leggero e performante è una grande comodità, sicuramente preferibile
all’alternativa di effettuare manualmente tutte le necessarie operazioni,
dovendosi per di più ricordare di farle con regolarità.
DiskMax è un free software che si occupa proprio di questo. Compatibile
con XP, Vista e perfino con il prossimo Windows 7, è in grado di provvedere
automaticamente ai seguenti compiti:

• Svuotamento del Cestino
• Ripulitura delle tracce di installazione/disinstallazione
• Eliminazione di informazioni diagnostiche di debugging lasciate da programmi
andati in crash
• Ripulitura delle tracce di navigazione degli utenti: Cronologia, cartelle
Temp e Temporary Internet Files, Cookies, Lista documenti aperti di recente,
cache delle miniature di Esplora Risorse, file di log degli errori di sistema
o applicativi.
• Ripulitura della cache di Windows, delle informazioni di debugging,
dei log di accesso a Internet, delle cache della Guida di Windows, delle cache
delle librerie dinamiche (DLL), dei file temporanei, dei file di annullamento
dell’installazione degli aggiornamenti di Windows Update
• Pulitura dei “residui” lasciati dall’installazione di Vista
SP1
• Rimozione delle voci di Registro relative a file o programmi usati di
recente
• Ripulitura dei log degli eventi di Windows Vista.

Al termine della scansione è possibile occuparsi anche della pulizia
dei file di altri utenti della macchina.
Il programma può, inoltre, occuparsi della deframmentazione dei dischi
installati nel sistema. La versione 3 è compatibile con Windows XP e
2003 mentre la versione 4 è studiata per Windows Vista e future versioni
del sistema operativo.

Controllo dello stato di salute degli hard disk
CrystalDisk Info e Crystal-Disk Mark sono due utility gratuite (http://crystalmark.info/?lang=en)
che analizzano non la struttura e il contenuto del file system registrato su
un hard disk, ma le condizioni di salute dell’hard disk stesso. In particolare,
CrystalDisk Info riporta un quadro completo delle informazioni recuperabili
tramite l’interfaccia di autodiagnosi SMART (Self-Monitoring, Analysis
and Reporting Technology).

Queste informazioni consistono per la maggior parte in contatori di eventi
o malfunzionamenti e apposite soglie di attenzione, definite dal costruttore
del disco e consentono al programma di evidenziare quello che non va.
Per esempio, il numero di settori riallocati è una misura di quante volte
il firmware del disco ha individuato settori difettosi ed è stato quindi
costretto a sostituirli con qualcuno degli appositi settori “di riserva”.

Ciò, evidentemente, rivela che in generale il disco sta diventando inaffidabile,
inoltre questo processo di sostituzione non può comunque continuare all’infinito
in quanto la “scorta” di settori di riserva non è illimitata.
In questo caso è quindi caldamente raccomandabile sostituire il disco
sospetto. Il numero di settori riallocati è solo uno dei tanti contatori
che denotano difetti incipienti o già materializzati. Fra questi, tasso
di errori in scrittura, tasso errori in lettura, numero correzioni automatiche
d’errore, numero settori non correggibili e così via.

Esistono studi molto particolareggiati, condotti su enormi popolazioni di dischi
come quelle dei data center, sulla correlazione statistica esistente fra l’alterazione
dei valori SMART e la probabilità che un disco stia per guastarsi. Anche
se, generalmente, non sembra possibile dire che certi indicatori di malfunzionamento
siano più correlati di altri con la probabilità di un cedimento
generale imminente, è certo che continuare a tenere in servizio un disco
che ha cominciato a evidenziare qualche oscillazione in un qualunque parametro
SMART è una sicura imprudenza.

Altri contatori, come il numero di avvii del motore, il numero di ore di accensione,
il numero di cicli accensione-spegnimento del dispositivo, forniscono una misura
del tempo complessivo trascorso in servizio e di quello dall’ultima accensione.

In generale, effettuare periodicamente una ricognizione con CrystalDisk Info
di tutte le unità disco collegate al computer è un’operazione
semplice e caldamente raccomandabile per prevenire almeno quei guasti hardware
che sono tipicamente preannunciati da valori anomali di contatori o sonde termometriche.
Le indicazioni fornite dal programma consentono inoltre di scoprire quali marche
e modelli di dischi, nelle stesse condizioni d’installazione, riescono
a mantenersi a temperature più basse, consumando meno energia e potendo
presumibilmente contare su una più lunga vita utile in servizio. Molto
apprezzabile la capacità del programma di gestire, in linea teorica,
anche dischi FireWire o USB esterni. Purtroppo non è compatibile con
tutti i tipi di controller “anomali”, pertanto potrebbe non riconoscere
qualche unità disco o non riuscire ad accedere ai suoi dati SMART; è
utile quindi consultare la lista di compatibilità riportata sul sito.

CrystalDisk Mark, dal canto suo, è un programma che si occupa di puro
benchmarking. Le prestazioni del disco vengono misurate con una rapida serie
di test organizzati in letture e scritture prima sequenziali e poi casuali a
due diverse dimensioni di blocco: 512 KB e 4 KB, per un volume complessivo di
dati selezionabile fra 50, 100, 500 e 1000 MB (quanto maggiore è il volume
di dati impegnato per la prova, tanto più accurate e affidabili saranno
le medie complessive fornite dal test come risultati, ma il test avrà
ovviamente durata maggiore).

I risultati sono indicati sotto forma di transfer rate medio in MB/s. I valori
sono estremamente indicativi delle qualità prestazionali di un hard disk
e consentono di valutare, per esempio, le prestazioni molto diverse fra i dischi
magnetici e quelli SSD, ma anche, spesso, il più elevato transfer rate
dei dischi S-ATA e soprattutto S-ATA2 rispetto ai vecchi P-ATA. Anche la velocità
di rotazione del disco (tipicamente minore per i dischi dei notebook) ha un
effetto diretto sulle misure di prestazioni, naturalmente.

Cancellazione automatica di file inutilizzati
In alcune situazioni è utile cancellare periodicamente i file inutilizzati
presenti in determinate cartelle. Tipici esempi sono i file di backup accumulati
su un’area dedicata di un NAS oppure i file temporanei depositati dai
programmi nell’apposita cartella di Windows.

DeleteMe (http://www.cyberkiko.com/page/DeleteMe.aspx)
è un pratico freeware gratuito che provvede esattamente a effettuare
in automatico l’operazione descritta, naturalmente in base a regole fissate
dall’utente. In particolare è possibile scegliere le cartelle interessate
dall’operazione e il numero di giorni di inutilizzo trascorsi i quali
si può procedere alla cancellazione.

L’applicazione funziona non solo come classica applicazione Windows interattiva
con interfaccia utente grafica, ma anche come programma attivabile a riga di
comando, per esempio da una finestra Prompt dei comandi oppure come operazione
pianificata, oppure ancora da uno script; tutte possibilità altamente
apprezzate dagli amministratori di sistema, che hanno bisogno di automatizzare
queste operazioni senza dover intervenire manualmente su ogni macchina.

Va sottolineato che l’applicazione non è “automatica”
per quanto riguarda la scelta delle cartelle da ripulire e del “corretto”
timeout di inutilizzo da attendere. Queste regolazioni sono lasciate all’utente,
che deve scegliere oculatamente in che direzione indirizzare l’azione
del programma. Lo strumento si rivolge, insomma, soprattutto a utenti adeguatamente
informati o ad amministratori di sistema. Viene anche fornito un log delle operazioni
effettuate, per consentire di verificare se l’azione del programma corrisponde
effettivamente alle regole specificate dall’utente e se vi sono stati
errori nel tentativo di cancellare questo o quel file.

Visualizzare la dimensione delle cartelle in
Esplora Risorse

Una funzione che manca in Esplora Risorse e che sarebbe, invece, estremamente
comoda per rendersi conto delle cause dell’occupazione del disco consiste
nell’indicazione, accanto a una cartella, dello spazio occupato dai file
contenuti nella cartella stessa.

Troppe volte, infatti, ci si chiede quanto spazio sia impegnato da una cartella
o sottocartella, e per saperlo è necessario ogni volta selezionarla e
scegliere Proprietà dal menu contestuale. Se, per una necessità
urgente, si sta andando “a caccia di file inutili” per liberare
un po’ di spazio su disco e l’analisi deve essere ripetuta per numerose
cartelle fino a trovarne una candidata per l’eliminazione, questa operazione
richiede molto tempo.
Una estensione gratuita di Esplora Risorse, Folder Size (http://foldersize.sourceforge.net/),
risolve brillantemente il problema calcolando continuamente, grazie a un servizio
in esecuzione in background, la quantità aggiornata di spazio occupato
dalle cartelle del disco, e poi visualizza questo valore direttamente nella
finestra di Esplora Risorse, esattamente là dove avrebbe sempre
dovuto essere visualizzata. Non bisogna quindi abituarsi a usare programmi diversi,
ma solo installare l’estensione e poi riconfigurare una volta per tutte
le colonne che Esplora Risorse deve visualizzare. Invece della normale
colonna Dimensione si deve scegliere Dimensione Cartelle e
si attiverà il plug in Folder Size.

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