Microsoft e l’interoperabilità: nuovo corso con polemiche

La società annuncia una nuova strategia di “apertura” fondata su quattro punti chiave, compreso l’open source. I commenti della Ue e degli operatori.

Una mossa importante a favore dell’interoperabilità. Con una teleconferenza mondiale, alla quale hanno preso parte Steve Ballmer, Ray Ozzie, chief software architect; Bob Muglia, senior vice president Server and Tools Business e Brad Smith, senior vice president e general counsel for Legal and Corporate Affairs, la società ha annunciato un nuovo corso basato su quattro principi chiave: assicurare connettività aperta, promuovere la portabilità dei dati, offrire un sempre maggior supporto agli standard di settore, promuovere la collaborazione con i clienti e l’intero settore IT, incluse le comunità open source.

Si tratta, come del resto ricordato nel corso della conferenza, di una strategia che da un lato dà una risposta ad alcuni degli obblighi definiti lo scorso mese di settembre dalla Corte Europea di Primo Grado, dall’altro prosegue il cammino iniziato tempo fa, con i discussi accordi raggiunti con Novell e Turbolinux, e che riguarda prodotti quali Windows Vista (incluso il framework .NET), Windows Server 2008, SQL Server 2008, Office 2007, Exchange 2007 e Office SharePoint Server 2007 e le loro versioni future.

Al di là delle lettere di intenti, la nuova politica di Microsoft si traduce in una serie di azioni concrete di effetto immediato.
Innanzitutto la società pubblicherà sul proprio sito web la documentazione di tutte le interfacce di programmazione applicativa (API) e dei protocolli di comunicazione dei prodotti a larga diffusione. Questo significa che per gli sviluppatori non si parla più di licenze, royalty o fee.
Inoltre, su Msdn verranno pubblicate, sempre con effetto immediato, oltre 30mila pagine di documentazione per i protocolli server e client di Windows che in precedenza erano accessibili solo tramite licenza trade secret. Nei prossimi mesi verrà integrata documentazione aggiuntiva relativa ad altri prodotti come Office 2007.

I protocolli coperti da brevetti saranno resi disponibili “a condizioni ragionevoli e non discriminatorie, con royalty basse”.

Uno dei punti chiave della nuova strategia riguarda l’area open source. Microsoft si impegna infatti “a non condurre azioni legali nei confronti degli sviluppatori open source per attività di sviluppo o distribuzione non commerciale di implementazioni di questi protocolli”.
 La licenza sarà invece richiesta nel caso di distribuzioni commerciali e saranno chiamati a pagarla o le società sviluppatrici oppure le aziende utenti, qualora ricevessero le implementazioni da un distributore privo di licenza. Contrastanti le reazioni della comunità open source. Nessuna, tuttavia, davvero entusiastica.

Molte realtà, negli anni, avevano già raggiunto accordi individuali con Microsoft e dichiarano dunque che le nuove strategie non portano sostanziali modifiche a ciò che già è in essere.
L’Open Source Consortium, da parte sua, definisce l’annuncio di ieri fumo negli occhi. “Da un lato Microsoft dichiara di voler aprire le Api, dall’altro pone nuove condizioni”.
Fa discutere, soprattutto, l’aspetto legale della questione.
La nuova strategia di Microsoft non esclude rischi di cause e sanzioni. Anzi. Di fatto, un’attenta lettura del comunicato ufficiale riafferma ciò che in più di un’occasione Steve Ballmer ha sostenuto: la proprietà intellettuale di Microsoft non è di utilizzo gratuito.

Per quanto riguarda invece l’adesione agli standard, Microsoft si impegna a una maggiore collaborazione. In particolare renderà disponibile, sempre a titolo gratuito, la documentazione sul supporto ai singoli standard, incluse le eventuali estensioni relative all’interoperabilità con altre implementazioni.

Ma non è tutto. Microsoft si impegna a progettare nuove API per Word, Excel e Powerpoint in Office 2007, così da consentire agli sviluppatori “di integrare formati documentali aggiuntivi e consentire agli utilizzatori di scegliere tali formati come impostazione predefinita per il salvataggio dei documenti”.

Infine, la società si fa promotrice di una Open Source Interoperability Initiative, il cui obiettivo è promuovere e favorire maggiore interoperabilità tra le tecnologie open source sia commerciali sia community based e i prodotti Microsoft.

Alla luce di quanto presentato da Microsoft, la reazione della Comunità europea è per lo meno scettica: Microsoft avrebbe potuto muoversi in questa direzione già parecchio tempo fa, si dice.
La Commissione prende nota dell’annuncio odierno di Microsoft – si legge nella nota ufficiale – […]. La Commissione accoglie con favore qualsiasi mossa verso una reale interoperabilità. Nondimeno si sottolinea come l’annuncio odierno segue almeno altri quattro analoghe dichiarazioni fatte da Microsoft in passato sull’importanza dell’interoperabilità”.

Scetticismo, dunque, ma anche un paio di punti fermi.
Ad esempio, la Commissione ha tenuto a precisare che le dichiarazioni di Microsoft non hanno alcun impatto sulle indagini in corso, che seguono percorsi automi rispetto a qualsiasi dichiarazione di intenti.


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