Microsoft e le idi di marzo

Nel prossimo mese ci saranno forti annunci nel settore mobile. Vedremo anche dell’hardware? Quando la cloud avrà spazio? E c’è futuro per MicroBerry?

Ci sono ottime possibilità che Microsoft sia il centro dell’attenzione del prossimo Mobile World di Barcellona. Magari il clou non sarà necessariamente nei giorni di febbraio, che ci dovrebbero dare Windows Mobile 6.6 ma è lecito attendersi anche qualche anticipazione succosa, magari tra le righe, e certo il mercato resterà in attesa e con il fiato sospeso.
Gli scoppiettanti annunci di Google ed Apple sono infatti arrivati prima dell’evento europeo; mentre Rim procede a ritmo velocissimo e regolare, da Nokia ci si attende un grosso recupero sul mercato e un prepotente attacco sugli smartphone, con un recupero relativo in Occidente.
Le necessità di Microsoft sulle due coste dell’Atlantico appaiono invece piuttosto stringenti. Innanzitutto Windows Seven sta andando bene sul desktop, in qualche modo tranquillizzando sia la sua mamma sia i padri di tutti i dispositivi PC-like un po’ amareggiati dallo scarso successo di Vista. Quando finirà in tasca, presumibilmente in marzo, questo sistema operativo probabilmente si chiamerà Seven e probabilmente sarà disponibile anche su hardware della stessa Microsoft, uscito dall’ormai celeberrimo Project Pink. Questa mossa però non basterebbe a rivitalizzare delle quote di mercato in caduta libera, né a lanciare una nuova linea di prodotto contro Apple o Google. Servirebbe acquistare qualcuno che già è sul mercato.

Ipotesi MicroBerry
Una prima ipotesi sarebbe Palm, rivitalizzata dai recenti prodotti e dall’ottima valutazione internazionale della sua interfaccia utente; ciononostante la mamma del Pre resta ai margini del mercato, non ha una chiara connotazione business.
Uno dei sogni in valutazione a Redmond è nientemeno che Rim, la mamma del Blackberry, che anche a dicembre 2009 è restata in testa alla classifica di vendite degli smartphone negli Usa e che ha un aggressivo piano per gli sviluppatori .
Certo l’affare sarebbe costoso, ma certamente l’accoppiata vincerebbe in azienda e magari potrebbe dar vita ad una divisione chiamata MicroBerry. L’affare non potrebbe essere proposto in tempi brevi, quindi a meno di lunghe manovre sotterranee mai affiorate non resterà che aspettare per vedere se succede qualcosa.
Inoltre va considerata la crescente importanza del cloud computing nel settore mobile: le funzionalità di Azure darebbero a MicroBerry un vantaggio competitivo straordinario, al contempo offrendo a Microsoft delle economie di scala sul cloud. Come se non bastasse, in prospettiva la stessa cosa succederà nel gaming: il vantaggio proveniente dalla tecnologia Azure sarebbe integrabile anche con le funzionalità gaming di Xbox e derivati, nonostante la grande autonomia di quella divisione rispetto alla casa madre.
Ecco perché dal 14 febbraio alle calende, al massimo alle idi di marzo, ci attendiamo tutte le mosse di Microsoft alla riconquista del segmento mobile.

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