Microsoft e la geolocalizzazione: problemi di privacy

Dagli Usa è polemica per Microsoft, accusata di non aver implementato alcuna contromisura per tutalere la privacy degli utenti.

La prima indiziata, la scorsa primavera, era stata Apple, accusata di raccogliere dati di geolocalizzazione degli utenti di iPhone a loro insaputa. La società si era in prima battuta giustificata con la presenza di un bug nel suo sistema operativo, ma nel frattempo cominciava a emergere che la raccolta di dati era procedura non rara per molti player, Google e Microsoft in primis.

A distanza di qualche mese la questione viene ripresa dall’americana News.com, che sostiene come Microsoft abbia raccolto dati i geolocalizzazioni di milioni di laptop, telefoni cellulari e altri device Wi-Fi, rendendoli disponibili sul Web senza le necessarie precauzioni che altri suoi competitor avrebbero già adottato.
Sotto accusa il servizio Live.com, che rende disponibili dati di estremo dettaglio sulla posizione di dispositive non solo a cuore Windows, ma anche di telefoni Android o Apple, laddove Google è riuscita nel frattempo a introdurre dei livelli di sicurezza che impediscono l’accesso al database.

Microsoft risponde alle accuse rivoltele dalla testata americana sostenendo che per poter erogare servizi geolocalizzati raccoglie i dati trasmessi dalle celle, nella fattispecie Identificativi e indirizzi Mac (Media Access Control) degli access point. Tuttavia, nel momento in cui rileva che un device non si trova in una posizione fissa, automaticamente lo rimuove dall’elenco degli indirizzi Mac attivi.

Da parte sua, la testata Americana si dichiara poco soddisfatta della risposta, sostenendo che un conto è pubblicare solo gli indirizzi degli access point WiFi, un conto è monitorare, come consente ad esempio Os X di Apple, la posizione dei dispositivi usati come access point.
Soprattutto, News.com lamenta l’inesistenza di un meccanismo di opt out in Windws Phone 7, che consenta all’utente di rimuovere il suo indirizzo WiFi dal database Live.com e sottolinea alcune delle contromisure che Google, accusata della stessa in accuratezza, avrebbe già adottato: ad esempio cambiare automaticamente l’indirizzo Mac nel momento in cui un dispositivo viene utilizzato come access point , così che rientri in un elenco di dispositivi non tracciati.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome