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Con 1,75 miliardi di euro nasce la nuova microelettronica europea

Un progetto integrato presentato alla Commissione europea congiuntamente da Francia, Germania, Italia e Regno Unito a favore della ricerca e dell’innovazione nel settore della microelettronica è stato ritenuto una “tecnologia abilitante fondamentale”, conforme alle norme in materia di aiuti di Stato dell’UE e in grado di contribuire a un comune interesse europeo.

I quattro Stati membri erogheranno nei prossimi anni finanziamenti fino a 1,75 miliardi di euro a favore di tale progetto che mira a mobilitare 6 miliardi di euro supplementari di investimenti privati.

Per non dipendere da altri

Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali, ha detto che “se non vogliamo dipendere da altri per queste tecnologie essenziali, ad esempio per motivi di sicurezza o di efficacia, dobbiamo essere in grado di progettarli e produrli noi stessi“.

Il progetto dovrebbe essere completato entro il 2024 e per ciascuno dei singoli sottoprogetti è previsto un calendario specifico.

Per la Commissaria responsabile per la Concorrenza Margrethe Vestager, la microelettronica “è presente in quasi tutti i dispositivi elettronici di cui ci serviamo quotidianamente: telefonini, computer, lavatrici, macchine. L’innovazione nel settore della microelettronica può aiutare l’Europa intera a compiere enormi progressi in materia di innovazione. Per questo motivo è particolarmente opportuna l’iniziativa di governi europei che insieme decidono di sostenere importanti progetti di comune interesse europeo in situazioni in cui il mercato, da solo, non è disposto a rischiare“.

Come nasce la microelettronica made in Europe

Il 30 novembre la Francia, la Germania, l’Italia e il Regno Unito hanno notificato congiuntamente alla Commissione un importante progetto di comune interesse europeo destinato a sostenere la ricerca e l’innovazione nel settore della microelettronica, fatta da semiconduttori, chip e sensori.

Il progetto di ricerca e innovazione integrata coinvolgerà 29 partecipanti diretti che hanno sede nell’Unione europea o al di fuori di essa. I partecipanti appartengono per lo più al settore dell’industria, ma vi sono anche due organismi di ricerca, che realizzano 40 sottoprogetti strettamente intercorrelati.

Tali partecipanti diretti lavoreranno in collaborazione con un gran numero di partner, come altre organizzazioni di ricerca o piccole e medie imprese, anche al di là dei quattro Stati membri.

Microelettronica per l’IoT

L’obiettivo generale del progetto è di permettere ricerche e mettere a punto tecnologie e componenti come chip, circuiti integrati e sensori che possono essere integrati in un’ampia gamma di applicazioni a valle, tra cui i dispositivi di largo consumo, come gli apparecchi domestici e i veicoli automatizzati, e gli apparecchi commerciali e industriali, ad esempio i sistemi di gestione per le batterie utilizzate per la mobilità elettrica e lo stoccaggio di energia.

In particolare, il progetto dovrebbe favorire ulteriormente la ricerca e l’innovazione a valle, segnatamente per quanto riguarda il vasto ambito dell’Internet of Things e degli autoveicoli interconnessi e senza conducente.

I partecipanti al progetto e i loro partner concentreranno il loro lavoro su cinque diversi settori tecnologici.

Chip efficienti sul piano energetico: elaborazione di nuove soluzioni per migliorare l’efficienza energetica dei chip. Ciò ridurrà, ad esempio, il consumo globale di energia dei dispositivi elettronici, compresi quelli installati negli autoveicoli;

Semiconduttori di potenza: sviluppo di nuove tecnologie di componenti per apparecchi intelligenti, e per veicoli elettrici e ibridi, al fine di aumentare l’affidabilità dei dispositivi finali a semiconduttore;

Sensori intelligenti: elaborazione di nuovi sensori ottici, sensori di movimento o di campo magnetico, capaci di migliori prestazioni e dotati di maggiore precisione. I sensori intelligenti contribuiranno a migliorare la sicurezza degli autoveicoli, consentendo di reagire in maniera più affidabile e tempestiva per permettere a un autoveicolo di cambiare corsia o evitare un ostacolo;

Attrezzatura ottica avanzata: sviluppo di tecnologie più efficaci per futuri chip di alta gamma;

Materiali compositi: sviluppo di nuovi materiali compositi (al posto del silicio) e di dispositivi adatti a chip più avanzati.

I cinque settori tecnologici sono complementari e interconnessi: i chip di norma non vengono venduti da soli, ma sono spesso forniti come parti di un sistema integrato. Tali sistemi richiedono una combinazione di processi e tecnologie che rientrano nei diversi ambiti del progetto. Per questo motivo, i partecipanti al progetto saranno coinvolti in oltre 100 collaborazioni tra i vari settori, in 40 sottoprogetti strettamente intercorrelati.

La Commissione europea ha valutato il progetto proposto ai sensi delle norme in materia di aiuti di Stato dell’UE e, più in particolare, ai sensi della comunicazione sulla promozione di importanti progetti di comune interesse europeo del 2014.

Nei casi in cui non possano concretizzarsi iniziative private a sostegno dell’innovazione a causa del considerevole rischio che questo tipo di progetti implica, la comunicazione sulla promozione di importanti progetti di comune interesse europeo permette agli Stati membri di superare tali lacune di mercato e di promuovere la realizzazione di progetti innovativi che altrimenti non avrebbero preso il via.

Dopo aver esaminato la notifica congiunta di Francia, Germania, Italia e Regno Unito, la Commissione ha constatato che l’importante progetto di comune interesse europeo per la ricerca e l’innovazione nel campo della microelettronica soddisfa le condizioni stabilite nella comunicazione.

Beneficiari e importi del finanziamento

Al progetto a favore della ricerca e dell’innovazione nel settore della microelettronica prendono direttamente parte 29 partecipanti di quattro Stati membri.

I partecipanti diretti possono ricevere dalle rispettive amministrazioni nazionali fino a un totale di circa 1,75 miliardi di euro di finanziamento.

La Francia ha chiesto l’autorizzazione a concedere un finanziamento fino a 355 milioni di euroi, la Germania fino a 820 milioni di euro, l’Italia fino a 524 milioni di euro e il Regno Unito fino a 48 milioni di euro.

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