Mercato del lavoro, 35.000 posti in meno nell’informatica

La crisi si farà sentire nell’IT tricolore. “Il calo del budget è pesante, soprattutto nelle banche e nella grandi organizzazioni”. Le considerazioni di Capitani di NetConsulting.

Nonostante alcune analisi illustrino come il lavoro IT stia tutto sommando tenendo, Giancarlo Capitani, amministratore delegato di Net Consulting non ci va leggero: “La crisi c’è ed è pesante“. Intervenuto alla presentazione del libro di Elserino Piol “Per non perdere il futuro”, l’autore del rapporto Assinform sforna gli ultimi dati che indicano una riduzione di 35.000 posti di lavoro nell’It italiana per il 2009.

Questo dopo che nei Servizi innovativi nel 2008 il saldo fra chiusure e nuove imprese è stato negativo per 7.481 aziende.

E poi ci sono le rilevazioni di Idc che nel giro di tre mesi è passata da una stima sull’It mondiale del +5,9% a una crescita dell’1%. “Ma i dati più recenti sono peggiorativi”, rincara la dose Capitani.

Da settore anticiclico e poi allineato con i movimenti del Pil, l’It italiano è oggi disallineata verso il basso con una forchetta negativa che va dal 3 al 5% a seconda delle previsioni.

“Il calo del budget It è pesante soprattutto nelle grandi banche e nelle grandi organizzazioni, mentre tengono gli investimenti delle medie e piccole imprese”.

I budget si riducono con razionalizzazione e consolidamento della struttura, riduzione dei servizi di consulenza system integration, outsourcing delle aree non core e rinvio di nuovi progetti.

Per usire da questya situazione, Capitani ripete i consueti inviti “a praticare l’innovazione nei settori esistenti” dando concretezza ai progetti di e-gov, magari, provvedendo a nominare un unico Cio per la Pubblica amministrazione.

“La crisi ci lascerà un nuovo modello di sviluppo basato sull’economia reale e anche con un’It meno costosa, più accessibile, utilizzabile e facilmente incorporabile nei processi aziendali. Il passato ormai non ci insegna più niente riguardo al futuro che – citando il titolo di un libro di Mark Strand – non è più quello di una volta”.

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