Meno avvocati e più esperti di settore per stipulare i contratti

Venti anni fa, fare un contratto di outsoursing significava legare l’azienda per anni al fornitore, mentre oggi i contratti sono più flessibili. Tuttavia, va detto che, pur scritti bene, lasciano sempre spazio a qualsiasi interpretazione e anche al lit …

Venti anni fa, fare un contratto di outsoursing significava legare l’azienda per anni al fornitore, mentre oggi i contratti sono più flessibili. Tuttavia, va detto che, pur scritti bene, lasciano sempre spazio a qualsiasi interpretazione e anche al litigio. «Però questo si evita facendo un buon lavoro fin dall’inizio con il cliente, chiarendo bene gli obiettivi di entrambi – spiega Carlo Magistrelli di Eds -. Spesso si vedono troppe clausole e pochi approcci collaborativi. Quindi esistono dei contratti industry standard, esistono dei consulenti che possono aiutare, possibilmente scelti insieme dalle due parti in causa, in modo che in caso di conflitti possano valutare con obiettività, ma la cosa più importante è chiarire l’obiettivo che si vuole raggiungere insieme all’utente per costruire l’architettura dell’accordo. Queste fasi preliminari sono anche molto importanti per scoprire se si è compatibili. Non è possibile passare mesi estenuanti per stipulare contratti, io consiglio meno avvocati ma più esperti di settore. Una realtà come la nostra, non ha certo l’obiettivo di fregare i clienti, anche perché così facendo non si va lontano. Il mio consiglio è di fare un contratto quadro quinquennale, che per l’80% è standard, con revisione ogni due, in modo da poter rivedere che cosa non va».

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