Con 1 miliardo e 400 milioni di profitti, Ibm ha realizzato un risultato superiore alle prevsioni degli analisti di Wall Street. I servizi hanno fatto la differenza.
Grazie a una forte crescita nel settore dei servizi, Ibm ha chiuso il
secondo trimestre fiscale con risultati superiori a quanto previsto dagli
analisti di Wall Street. Ha sorpreso soprattutto il totale dei profitti,
saliti dell’8% rispetto a un anno fa e arrivati a quota 1,4 miliardi di
dollari. Il fatturato si è attestato a 18,9 miliardi di dollari, con una
crescita contenuta in un 4%, rispetto ai 18,2 miliardi di dollari dello
stesso periodo del 1996.
Sono stati i servizi, come accennato, a fare la differenza, essendo
cresciuti in un anno del 24%, per un totale di 4,6 miliardi di dollari e
con 3,3 miliardi di nuovi contratti siglati negli ultimi tre mesi.
L’hardware, nel complesso, non si è discostato dal risultato di dodici mes
i
orsono. Tuttavia, c’è stato un certo risveglio nell’area dei grandi
sistemi, dove il totale dei Mips rilasciati è salito del 60%, cui peraltro
ha fatto da contraltare una certa riduzione dei prezzi. In un documento di
commento, il Ceo di Ibm, Lou Gerstner, ha sottolineato anche il buon
andamento dell’area pc, soprattutto verso la fascia alta, nonché dei disch
i
e dei semiconduttori. In declino, invece, gli As/400, le stazioni Rs/6000 e
il segmento consumer. Nonostante il settore del software, nel suo
complesso, sia calato del 3%, Big Blue ha rivendicato un successo di
vendite per le sussidiarie Lotus e Tivoli.
A livello geografico, è stato il Nordamerica a fornire le maggiori
soddisfazioni per Ibm, con un incremento delle vendite dell’8,6%. L’Europa,
invece, ha mostrato segni di frenata, con un calo, dovuto anche
all’integrazione con Medio Oriente e Africa, del 5%. Il primo semestre ’97
si è chiuso comunque con un fatturato di 36,2 miliardi di dollari e con
utili per 2,6 miliardi. Entrambe le cifre sono migliori di un anno fa,
soprattutto nel secondo caso, dove la crescita è stata del 23%.