Medie imprese: loro sì che ottimizzano l’It

Da una survey effettuata da Symantec, risulta che complessità, numero di applicazioni e piani di disaster recovery sono al centro dell’attenzione delle aziende midsize

Symantec ha presentato i risultati del report 2010 “State of the Data Center”, realizzato lo scorso novembre intervistando 1.780 manager di datacenter operanti in aziende di 26 Paesi.

La terza edizione dello studio di Symantec ha evidenziato che le medie imprese (indicate come quelle da 2.000 a 9.999 dipendenti) sono più inclini rispetto alle grandi e alle piccole realtà a implementare tecnologie che ottimizzano l’It.

Le imprese di medie dimensioni sono più innovative e investono in maniera rilevante nelle nuove tecnologie come il cloud computing, la replica e la deduplicazione, con tassi dell’11-17% superiori rispetto alle altre due tipologie di impresa.

La complessità e l’eccessiva quantità di applicazioni sono le due preoccupazioni da loro più sentite: la maggior parte delle aziende conta, infatti, nel proprio data center dieci o più attività considerate “in qualche misura” o “assolutamente” importanti, mentre nel 50% dei casi sono state segnalate previsioni di cambiamenti rilevanti che verranno apportati ai data center durante il 2010.

La metà delle imprese oggetto dello studio ha affermato che il numero di applicazioni sta aumentando abbastanza rapidamente e che risulta sempre più difficile e oneroso rispettare i parametri Service Level Agreement (Sla).

Un terzo di tutte le aziende intervistate ha rivelato come la produttività dei dipendenti sia ostacolata e frenata dalle troppe applicazioni presenti. Oltre al problema della complessità, è emerso anche quello dell’aumento dei dati che, per il 71% delle aziende, determina l’implementazione di tecnologie di riduzione delle informazioni, come ad esempio la deduplicazione.

Sicurezza, backup e recovery, protezione continuativa dei dati e virtualizzazione rappresentano le tre principali iniziative previste per il 2010, essendo state definite come “in qualche misura” o “assolutamente” rilevanti rispettivamente dall’85%, dal 79% e dal 76% degli intervistati.

Le questioni legate allo staff e ai budget restano anch’esse in primo piano, con la metà delle imprese che ammette di essere “in qualche misura” o “significativamente” carenti di personale.

L’allocazione del budget e la ricerca di personale qualificato sono le due maggiori problematiche in ambito recruiting. Il 76% delle imprese oggetto dello studio avrà nel 2010 la stessa quantità di posizioni aperte o più.

Lo studio ha messo in luce un margine di miglioramento per il disaster recovery. Un terzo dei piani di disaster recovery non è documentato o necessita comunque di lavoro e spesso non include elementi It importanti come il cloud computing, i server virtuali e le sedi remote. A questo si aggiunge il fatto che più di un terzo delle imprese non ha rinnovato le valutazioni di tali piani negli ultimi 12 mesi.

La protezione delle macchine virtuali resta un tema rilevante per le aziende, con l’82% pronte a prendere in considerazione, nel 2010, le tecnologie virtual machine. In tema di protezione dati delle macchine virtuali, la sfida maggiore citata dagli intervistati è data dal recovery granulare all’interno delle immagini delle macchine virtuali.

Commentando i risultati dell’indagine Symantec rileva che il software che supporta ambienti eterogenei svolge un ruolo rilevante per le imprese che dedicano significativi investimenti in nuove tecnologie.

Inoltre la deduplicazione deve essere implementata il più vicino possibile alla fonte dell’informazione, per eliminare la problematica della ridondanza dei dati e ridurre i costi di reti e storage.

Gli amministratori dei data center devono poi poter gestire lo storage su ambienti server e storage eterogenei in modo tale da non dover più procedere con acquisti in questo ambito sfruttando l’utilizzo di nuove tecnologie come la gestione delle risorse, il thin provisioning, la deduplicazione, la virtualizzazione, la protezione continuativa dei dati e il recovery.

E nonostante sia un valido strumento a supporto, il test di disaster recovery rischia di produrre un forte impatto sul business: per questa ragione, le aziende dovrebbero ricorrere a metodologie di collaudo prive di conseguenze sulle normali operazioni.

È auspicabile, infine, implementare una piattaforma unica e centralizzata per la protezione delle macchine fisiche e virtuali, al fine di semplificare la gestione delle informazioni.

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