Sciogliendo gli ultimi dubbi, sorti dopo un rilancio dell’ultima oratentato da BellSouth, Sprint ha ufficializzato la decisione di accettare la proposta di Mci WorldCom.
Dunque è cosa fatta. La numero due e la numero tre delle telecomunicazioni
americane si fonderanno, in un’operazione del valore complessivo di 129
miliardi di dollari, il più alto mai registrato per una transazione
finanziaria fra aziende. Sulla carta, nasce così un rivale per At&T capace
di competere su un piano dimensionale suppergiù paritetico, con un giro
d’affari combinato superiore ai 50 miliardi di dollari. Non c’è stato null
a
da fare, dunque, per il tentativo dell’ultima ora operato da BellSouth, che
aveva alzato la prima offerta di 93 miliardi di dollari, portandola a 100.
In verità, i management delle due aziende protagoniste del merge erano
sostanzialmente già d’accordo da qualche tempo, ma la controproposta in
extremis ha per un attimo rischiato di cambiare le carte in tavola. Il
risultato è stato che Mci WorldCom ha ulteriormente alzato la propria
offerta, portandola al totale record di 129 miliardi di dollari. La cifra
si scompone in 115 miliardi pagati in azioni comuni e 14 con assunzioni di
debiti e azioni privilegiate. Il business telefonico di Sprint viene così
valutato 76 dollari per azione.
La fusione è solo l’ultimo esempio del processo di concentrazione che sta
interessando il mondo delle telecomunicazioni, in un’epoca di deregulation
ormai diffusa e con una crescente convergenza fra servizi di voce, video e
dati. Nel nuovo agglomerato, Bernard Ebbers, attuale Ceo di Mci WorldCom,
manterrà la stessa carica, mentre il suo "collega" di Sprint, William
Esrey, diventerà presidente. La ragione di un investimento tanto cospicuo
si riconduce essenzialmente alla rete telefonica wireless americana di
Sprint, con circa quattro milioni di abbonati Pcs wireless e 1,7 milioni di
clienti di cercapersone e di messaging avanzato.
Nella combinazione dovrebbe rientrare anche il business Internet di Sprint,
che serve tanto gli utenti domestici quanto le aziende. Qui potrebbe però
sorgere qualche problema, visto che la precedente fusione fra WorldCom e
Mci aveva rischiato di non essere approvata dalle autorità antitrust
(soprattutto in Europa), proprio a causa della posizione privilegiata che
il conglomerato avrebbe assunto sul fronte Internet. In effetti, di fronte
alle prime voci di merge, le autorità Usa in materia avevano già fatto
sapere che avrebbero sottoposto l’operazione a un esame più che attento,
per cui non è escluso che qualche parte del colosso debba essere ceduto
strada facendo. Proprio il backbone Internet di Sprint viene indicato come
il candidato più probabile. Una volta ottenuto il nulla osta burocratico e
quello dei rispettivi azionisti, l’operazione dovrebbe andare a completarsi
entro la seconda metà del 2000.