Maximulta Ue ai produttori di monitor Crt

La multa più alta finora elevata dall’Antitrust europeo va a sette produttori di monitor, che per un decennio hanno controllato e condizionato il mercato su tutto il Continente.

È un cartello durato dieci anni quello sanzionato dall’Antitrust Europeo con una multa che i media internazionali già hanno valutato come la più ingente fin qui elevata dalla Commissione.
Punite sette società high tech, condannate a una multa di 1,47 miliardi di euro, accusate di aver costituito, nel periodo 1996-2007 un vero e proprio cartello, che fissava prezzi, allocava quote di mercato e clienti, determinava quote di produzione nel mercato dei monitor a tubo catodico.
Anzi, per essere precisi, i cartelli sarebbero stati due: uno a controllo del mercato televisivo, uno a presidio del mercato dei monitor per computer.
E con una Potenza di fuoco tale da coprire l’intero mercato europeo.

Delle sette sanzionate, quattro erano presenti in entrambi i cartelli, Chunghwa, LG Electronics, Philips and Samsung SDI, mentre Panasonic, Toshiba, Mptd, oggi sussidiaria di Panasonic, e Technicolor (all’epoca Thomson) partecipavano solo a quello dei monitor destinati al mondo Tv.

Severissimo il giudizio del Commissario
Joaquín Almunia said: ”Queste aziende hanno messo in atto tutte le tipologie di comportamento anticompetitivo che sono strettamente vietate alle aziende che operano in Europa”. Aggiungendo per altro che dal momento che tubi catodici rappresentavano dal 50 al 70% del prezzo del monitor, non è difficile immaginare l’entità del danno causato all’industria e ai consumatori.

I cartelli si scambiavano informazioni commerciali sensibili e organizzavano incontri periodici su base trimestrale, mensile e in qualche caso settimanale,per definire ogni dettaglio della strategia di approccio al mercato.

L’entità della multa è stata definita sulla base delle linee guida europee e variano per ciascun imputato in base alla durata delle violazioni, al ruolo della singola azienda e la disponibilità a cooperare con l’autorità nel corso delle indagini.

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