Mainframe, 40 anni di continui investimenti in tecnologia

Dal debutto del primo System/360 sono passate quattro decadi, eppure il successo di questa piattaforma sembra inossidabile. Dopo il T-Rex rilasciato l’anno scorso, ora Ibm punta sullo z890 per ampliare la gamma degli zSeries verso il basso.

Nel 1964, mentre Martin Luther King veniva insignito del premio Nobel alla Pace e i Beatles atterravano a New York per il loro primo concerto statunitense, nei laboratori Ibm nasceva il mainframe. Il System/360, il cui sviluppo era costato complessivamente 5 miliardi di dollari, offriva una potenza di 0,75 Mips e una capacità massima di 8 Mb. “Oggi, a quarant’anni da quella data, il mainframe continua a essere la piattaforma di riferimento per gli ambienti mission critical – ha sottolineato Gianfranco Previtera, vice president Ibm Systems Group – e questo è dovuto a una continuità d’investimenti che ha mantenuto d’attualità il sistema in tutti questi anni”.


Arricchito di funzionalità applicative, nel tempo l’S/360 è stato in grado, infatti, di trasformarsi negli attuali zSeries x90, supportando le tecnologie via via più innovative, dal multiprocessing time sharing al partizionamento logico, da Cmos a Unix, da Java al disaster recovery fino alla piena compliancy con l’attuale strategia on demand di Big Blue.


“Per l’immediato futuro, con i nostri clienti abbiamo già siglato il “mainframe charter”, un accordo formale strutturato in tre punti – ha precisato Previtera -. Il primo mira a rafforzare la posizione degli zSeries, adattandoli a un’ampia varietà di workload mission critical. Il secondo estende le caratteristiche on demand di questi sistemi, offrendoli a un Tco inferiore. Il terzo punto conta di potenziare la community degli zSeries, supportando lo sviluppo dell’offerta applicativa e dei servizi”. L’insistenza sui workload non è casuale, se è vero che oggi i nuovi carichi pesano per il 70% sulla capacità complessiva consegnata e, in particolare, Linux contribuisce per il 20%.


Su quest’onda di successi si inseriscono gli ultimi rilasci di Ibm che, dopo aver lanciato lo scorso anno il top di gamma z990, amplia ora verso il basso l’offerta degli zSeries, trasferendovi elementi tipici del T-Rex. L’intenzione è, naturalmente, quella di conquistare clienti che fino a oggi non hanno potuto investire sulla piattaforma z.

Il nuovo entry level


Come lo z990, il nuovo z890 supporta la On/Off Capacity on demand, ossia la possibilità di usare temporaneamente un processore extra per gestire picchi di lavoro. La macchina, disponibile con 28 livelli di capacità differenti, rappresenta il successore dello z800, su cui vanta un incremento di prestazioni del 100% e una riduzione d’ingombro del 30%. “Lo z890 rappresenta il nuovo entry point degli zSeries – ha puntualizzato Gaetano Maretto, systems architect Istg South region di Ibm – e supporta il nuovo z/Vm 5.1, che vede ottimizzate le tecniche di virtualizzazione per permettere l’hosting di Linux e una miglior integrazione di reti e dispositivi aperti”. Novità assoluta anche il supporto a zAap (zSeries Application Assist Processor), che intende semplificare la costruzione di un ambiente d’esecuzione J2Ee ottimizzato per chi integra sulla stessa piattaforma server applicazioni Web basate su tecnologia Java con applicazioni e dati già esistenti. Il modulo costa 125mila dollari per processore.


Novità anche per lo z990, che oltre a integrare lo zSeries Application Assist Processor, è ora in grado di supportare fino a quattro sottosistemi a canale logico, fino a 1.024 canali di I/O e una migliore connettività di rete.

Novità software e storage


In ambito storage, l’ultimo rilascio di Ibm riguarda l’Enterprise Storage Server 750, un sistema indirizzato alle aziende di medie dimensioni che offre una capacità variabile tra gli 1,1 Tb fino ai 4,6. Con oltre 20 funzionalità di autonomic computing, il modello 750 permette di eseguire job in parallelo, spostando la gestione delle code dal server all’Ess. Contestualmente Big Blue ha offerto delle anticipazioni sul nuovo z/Os 1.6, in rilascio a settembre. La release apporterà alcune migliorie nell’integrazione dei workload Java, tra cui il supporto a zAap, l’ottimizzazione della gestione dei carichi di lavoro per le applicazioni di Web serving e una maggiore disponibilità di rete Ip. Infine, z/Vse 3.1 offrirà il supporto a dispositivi aperti.

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