Lte al vaglio delle Tv locali

Si avvicina il momento della verità per il futuro delle reti mobili. Ed anche della legge di stabilità di quest’anno, se l’asta per l’Lte non va in porto.

Ultra Broadband and technology Investments, l’evento dedicato alla banda larga globale da Business International, è stato molto ricco di argomenti, passando con disinvoltura dall’Lte alle Ngn, dal WiMax alle femtocelle. Particolarmente frizzante sono sembrate le questioni dedicate al video, anche per l’attualità finanziaria.
Infatti la gara per l’assegnazione delle frequenze destinate all’Lte rischia di slittare, e con lei i 2,4 miliardi di euro previsti dalla manovra finanziaria del Governo. A mettere un freno all’asta per le frequenze nella banda 800MHz che dovranno essere destinate agli operatori Tlc c’è la guerra che le tv locali muovono al governo con ricorsi al Tar e occupazione di frequenze. Visti gli ostacoli, le telco potrebbero decidere di aspettare, creando un grosso danno.

Meno banda a Rai e Mediaset
Nessuno parla di eliminare l’anomalia tutta italiana delle 600 Tv private, mentre qualcosa potrebbe essere fatto sull’altra anomalia, quella delle 25 reti considerate nazionali. La soluzione pare essere praticabile su due fronti. Poiché di ridurre la presenza dei piccoli videoimprenditori non se ne parla, non resta che togliere le frequenze disponibili ai grandi, ovvero Rai e Mediaset. In sé l’idea non è del tutto sbagliata, anzi grazie ad una armonizzazione reale del piano delle frequenze potrebbe essere realizzata con reali perdite di penetrazione estremamente ridotte.
Inoltre, ed è questo il secondo fronte, ci sono questioni che meriterebbero un’attenzione maggiore: “RaiWay ha frequenze concordate in sede europea per il Dvb-H, che è una tecnologia morta”, ha detto Antonio Sassano, professore ordinario di Ricerca Operativa alla Sapienza di Roma e consulente dell’Autorità per le comunicazioni per il Piano delle frequenze televisive.
L’impressione è che non ci siano i tempi per raggiungere un accordo che salvi l’asta.

Nuovi dati chiederanno altra banda
Nel suddividere la banda passante bisognerebbe fare una certa attenzione anche agli usi futuri. “Sta crescendo imperiosamente anche il machine-to-machine, che già nel 2014 vedrà 250 milioni di dispositivi connessi”, ha detto Alessandro Di Salvo, Head of Sales and Technology South Europe di Nokia Siemens Networks. Oltre ai dati dei sensori, il M2M “comprende anche parecchio uso di video: ipotizzate poliziotti con videocamera incorporata nella divisa”, ha continuato Di Salvo, inserendo la questione nel più ampio quadro della Città intelligente che, laddove concretizzato, troverebbe scarse risorse di telecomunicazioni.

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