Lo stato dell’arte presso i clienti

Una success story nel settore del calcolo del costo del non investimento, portata avanti da chi vi scrive, è relativa al mondo finance. Si trattava di una situazione abbastanza particolare relativa a un discorso di compliance con la 231/2001, la legge …

Una success story nel settore del calcolo del costo del non investimento, portata avanti da chi vi scrive, è relativa al mondo finance. Si trattava di una situazione abbastanza particolare relativa a un discorso di compliance con la 231/2001, la legge che alcuni, in senso lato, definiscono “la Sarbanes Oxley italiana”. Nel caso della compliance, valutare il costo del non investimento può sembrare relativamente semplice. Tuttavia, nel caso della 231/2001, ove la quantificazione delle pene accessorie è comunque aleatoria, il problema della quantificazione risultava sicuramente più complesso. Gioverà rammentare che, in questi assessment particolari, gli attori che intervengono insieme con la consulenza sono anche i legali e l’Internal audit, a ulteriore testimonianza del fatto che attività di questo genere hanno comunque successo in caso di committment da parte dei piani alti.


Nel caso in questione, il calcolo del CONI era inerente a una quantificazione/qualificazione del potenziale rischio economico generato dalla non compliance. Gli aspetti che sono stati valutati erano, tra l’altro: presenza del sistema di controllo, delle politiche e delle procedure, implementazione dei controlli a livello tecnologico e prevenzione delle frodi. Dal punto di vista tecnologico, quindi, uno degli obiettivi era quello di implementare presso il cliente un sistema di digital investigation remota, che consentisse la prevenzione di incidenti informatici e frodi interne. Se da una parte si aveva, quindi, un costo abbastanza alto relativo alla tecnologia, dall’altro sono state individuate delle aree di responsabilità (e di relativi costi) in caso di non compliance.

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