L’apertura del MacWorld di San Francisco offre lo spunto per un peana a favore della mela sul principale quotidiano nazionale. Honny soit qui mal y pense.
8 gennaio 2004 Cosa unisce Beppe Severgnini, Linus, Red Ronnie, Alfredo Castelli e Luca Sofri?
La fede calcistica? No.
L’opinione politica? Nemmeno.
Una fraterna amicizia? Neppure.
Dai, finiamo subito il quiz e diamo la soluzione: sono, si dichiarano, utenti Macintosh.
Embé? Si, è vero. Embé.
Però c’è qualcosa che ci aggroviglia un po’ lo stomachino, che ci pungola vaghezza, che sfrigola sulla punta dei nostri polpastrelli che battono (almeno nel caso del presente estensore) una tastiera con la mela. Ed è il luogo in cui l’abbiamo scoperto.
Pagina 16 del Corriere della Sera di mercoledi 7 gennaio.
A centro pagina, sotto due foto di Steve Jobs dettate dall’etica baudiana del “come eravamo – come siamo” trionfa una preofessione di fede, un vero e proprio giuramento di Ippocrate in salsa tecnologica.
Avvezzo a esprimere tali certificazioni di appartenenza, Severgnini ci sta a dire la sua.
E in che modo.
E’ trasportante: “Quanti sono i prodotti che trasformano i clienti in apostoli?“.
Non é una domanda posta a un conoscente durante lo struscio in via Garibaldi a Crema.
No, è già un taglio del mondo in due. Qua, sembra dire, sgorga la fede. Di là, dove state voi, tutta la pazienza dei santi non vi basterà.
Ancora: dal primo acquisto niuiorchese al recente PowerBook G4, è un peana alle lungimiranze di Steve Jobs. Per il quale Severgnini non esiterebbe ad arruolarsi e farsi crociato.
Ci sono anche critiche, per carità, che mettono impietosamente il management Apple con le spalle al muro, senza nemmeno fargli fumare l’ultima sigaretta: la comunicazione di prodotto è debole (hai capito che sfacciato cinismo?).
Attrazione, fede e gioia di vivere con la mela, anche dagli altri testimoni chiamati al sostenere la causa del lavoro.
Linus non cambierebbe mai il suo Mac con un pc (evidentemente intende Windows: anche il Mac è un pc).
Red Ronnie si traveste da Jovanotti vecchia maniera e gli dedica una canzone: sei come la mia moto.
Luca Sofri dice di avere il garage pieno di vecchi Mac (ma quanti ne ha fatti fuori? Neanche fosse Barbablù).
Castelli lamenta che “neanche un grazie” sia arrivato da Apple per il fatto che il personaggio dei fumetti da lui creato, Martin Mystere, faccia da testimonial gratuito da vent’anni (Castelli, però, forse non considera che il “dio-Apple” lo si ringrazia, semmai, non gli si chiedono riconoscimenti).
Tutto in una pagina, del principale quotidiano nazionale. Lo spunto per farlo, il MacWorld di San Francisco, del quale, pero’, il resoconto non c’è (è solo online).
Ma che importa. Basta la fede.
E una domanda, per quanto retorica. Fosse successo che…
Ci siamo capiti.





