Lo spam, flagello quotidiano

Il 90% dei messaggi che circolano in Europa sono mail spazzatura

Per gli imprenditori italiani le mail spazzatura sono una specie di mafia. Magari chi scomoda un termine così impegnativo non ha a che fare tutti i giorni con la mafia vera, ma il ricorso al paragone con Cosa nostra dà l’idea di quanto lo spam turbi i sonni degli imprenditori. 

Il problema d’altronde è enorme. Secondo il Cnr il 90% dei messaggi che circolano in Europa sono riconducibili alle mail spazzatura.


Si tratta di circa 61 miliardi di email quotidiane che provocano perdita di tempo per cancellare i messaggi e costi. Secondo uno studia di Meta Comunicazione, effettuato intervistando 130 responsabili It di grandi aziende, ogni anno oltre duemila euro a postazione se ne vanno in fumo proprio a causa dello spam.


Nonostante i filtri alla posta elettronica in media venti minuti al giorno se ne vanno per cancellare le mail indesiderate che secondo il 43% degli intervistati sono 10-15 al giorno per un totale di 4-5.000 l’anno. Un numero che per il 26% del campione è molto più alto e può arrivare fino 6.000 messaggi ma anche oltre i 7.000 per il 19%.


L’effetto principale di questo diluvio di mail è il calo della produttività. 25 minuti al giorno impiegati per pulire la casella di posta diventato più di otto ore in un mese e quasi cento l’anno. In pratica tre settimane di lavoro se ne vanno per combattere lo spam. Stime forse eccessive ma ognuno può farsi i suoi conti e scoprire per esempio che una società di 15 dipendenti con stipendio lordo mensile tra i 2.000 e i 3.500 euro a fine anno potrebbe perdere tra i 35.000 e i 40.000 euro.


Al calo della produttività bisogna poi sommare il costo dei software per proteggersi e gli eventuali danni che possono arrivare dai virus o dal phishing o dalla cancellazione di messaggi importanti accanto a quelli indesiderati.

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