Lo spam dilaga. La colpa è degli anti-spam?

E’ l’ipotesi del responsabile della posta elettronica del Lit-Cnr che rispolvera vecchie polemiche già sentite con i virus

Stefano Ruberti, responsabile della posta elettronica dell’Iit-Cnr e del
Registro del ccTld.it, non si tira indietro. E commentando l’indagine che
indica come spam due messaggi su tre circolanti in Italia punta il dito contro
chi produce gli anti-spam.
“L’obiettivo è mettere in ginocchio i sistemi di posta e non è escluso che chi propone (a pagamento) sistemi anti spam abbia contribuito alla sua diffusione: un sistema già sospettato nella prima massiccia ondata di virus per computer”.


Polemiche vecchie, ormai considerate delle banalità, ma che tornano di moda
con la massiccia diffusione della posta spazzatura. L’indagine effettuata
attraverso un’analisi statistica sui server di posta elettronica dell’Iit,
indica infatti un tasso di spam medio di circa il 66%.


Su 2.846.282 messaggi di posta ricevuti, il sistema ne ha classificati come puliti, poco meno di 970.000 (34%). 1.876.511 email erano invece spam o virus: in particolare, 614.772 (32,7% del totale dei messaggi-spazzatura) sono state etichettate come spam ma recapitate comunque all’utente per evitare ‘falsi positivi’ e 504.408 (26,8%) bloccate e poste in quarantena perché spam.



Altri 732.000 messaggi sono stati bloccati dai sistemi di controllo Rbl, che identificano indirizzi noti come mittenti di spamming, che funzionano solo dall’8 novembre scorso. Infine, 25.477 email sono state classificate come portatrici di virus (l’1,3%). Per analizzare tutti i messaggi infetti, il server Iit ha impiegato oltre 1.315 ore di lavoro.

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