Paolo Ainio, l’ex di Virgilio, è tornato e vuole investire sul Web. Dove l’offerta è scarsa
Paolo Ainio, uno dei fondatori di Virgilio, è da qualche tempo tornato in pista. Al grido di Banzai, questo il nome della sua società, ha acquistato un po’ di siti Internet e ha messo insieme un gruppo che comprende siti editoriali come studenti.it, e-commerce (ePrice.it) e servizi Web e pubblicità online.
In un’ottima intervista a Prima Comunicazione afferma che in Italia “manca la cultura del fare impresa”. Affermazione forte per un Paese dove di imprenditori ce n’è anche troppi. Eppure Ainio la spiega così. “Magari c’è l’idea del ‘mi faccio la microimpresa per pagarmi lo stipendio’, ma non c’è la cultura del capitale che si mette a rischio per creare valore. Non c’è mai nessuno che mette i suoi soldi sul tavolo e dice: Ora si vede, ora si fa. Ci sono sempre modi di far fruttare il denaro che sono meno rischiosi o più facili”. Messa così è molto più comprensibile e anche più vera non dimenticandosi, come fa Ainio nell’intervista, di sottolineare le colpe del sistema bancario.
Il problema è ancora maggiore per il mondo Internet. L’Italia manca di offerta. Rispetto alla Francia il nostro mondo Internet è molto meno vivace. E’ anche un problema di soldi visto che in Francia ci sono venti fondi con cento milioni di euro in tasca da investire, ma anche un problema di idee. Tanto che Ainio ha individuato cinquanta segmenti di mercato in Internet in cui non c’è un chiaro leader oppure c’è ma è fermo e non offre molto. Qui vuole andare a investire. In Francia non credo li avrebbe trovati.