L’Italia inizia ad andare stretta a Esprinet

Entro fine anno il distributore dovrebbe raggiungere la decima posizione nella classifica mondiale.

7 luglio 2004 Non è per oggi e non sarà per domani, ma Esprinet ha azionato i motori che la porteranno entro qualche anno in Europa. Almeno questo è l’obiettivo del team guidato da Alessandro Cattani che, forte di una quota di mercato sopra il 21%, dice: “Non possiamo più raffrontarci con il mercato italiano che non è più un paragone. Il nostro orizzonte è la classifica dei distributori mondiali”, dove tra l’altro Esprinet afferma che entro la fine dell’anno potrebbe raggiungere la decima posizione. I ricavi, però, arrivano tutti dal mercato italiano. Un risultato che se da una parte ha stupito gli uomini di Morgan Stanley che hanno redatto la classifica, dall’altra rimane un limite per la società quotata al Nuovo Mercato che preferisce diventare “numero uno in tre Paesi piuttosto che numero cinque in trenta”.

L’Europa, però, è il futuro, mentre il presente vede una società divisa in due Strategic business unit (Sbu) con la prima Sbu denominata Bit tech distribution e la seconda Electronic components distribution che corrisponde all’attuale Comprel.

Per la prima, il
piano strategico 2004-2006 prevede un ovvio rallentamento della crescita della
market share con un focus sulla generazione di cassa, un allargamento del
mercato indirizzabile con il passaggio alla fase due della Bit technology e una
più decisa verticalizzazione con l’individuazione di aree di mercato dove
assumere una posizione dominante anche attraverso acquisizioni. Quello dello
shopping è un capitolo sempre aperto che si scontra però con prezzi non ancora
in linea con le intenzioni di spesa di Cattani.


Il discorso delle acquisizioni riguarda anche la seconda Sbu che punterà a una crescita rapida con prodotti ad alta marginalità con l’intenzione di essere il primo distributore di design-in-products. La generazione di profitto è il primo target della Sbu il cui successo dovrebbe contribuire a stabilizzare il ciclo di business.

In tutto questo c’è spazio anche per altre 9-10 aperture di
cash & carry che dovrebbero sottrarre quote di business soprattutto ai
subdistributori del centro-sud.





Seguendo queste linee strategiche Esprinet nel 2006
dovrebbe realizzare i propri ricavi con pc e server per il 37%
(oggi è il 44%), con le periferiche per il 30% (26%), con i consumabili per il
13% (12%), con la bit technology per il 7% (contro l’attuale 4% ma il dato è un
po’ conservativo), mentre il software passerebbe dall’attuale 8% al 6%, il
networking rimarrebbe al 3% e i componenti passerebbero dal 2 al 3% del 2006.

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